L'Anima - Chi sono Io? Coscienza, prima di tutto (1 parte)
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Arriva un momento della nostra vita in cui siamo pronti a chiederci: “Chi sono io?”
ed è un momento davvero importante per la nostra evoluzione, una domanda fondamentale che dovremmo porci anche quando siamo sicuri di conoscere già la risposta.
“Io sono qualcosa di più, qui dentro. Non sono quello che la gente vede, io sono molto di più!”, rispondiamo a noi stessi. Ma chi siamo esattamente?
Sappiamo di essere qualcosa che va ben oltre quello che crediamo di essere e ciò che vediamo allo specchio, eppure, la nostra identità ci rimane ancora troppo nascosta. Qualche volta quando ci guardiamo allo specchio e ci fissiamo negli occhi ci sentiamo un po’ strani, come se ci fosse qualcun altro a fissarci al nostro posto; così abbassiamo lo sguardo e cerchiamo di osservare il nostro riflesso solo per ragioni logiche, come pettinarci, truccarci, lavarci il viso, ma mai per fissarci negli occhi e capire “chi siamo”, perché questo ci fa sentire in imbarazzo. Ci sentiamo strani a guardarci dritto negli occhi perché temiamo che possa in qualche modo uscirne qualcosa di inaspettato, e questo ci turba. Così, evitiamo il più possibile di fissarci negli occhi con l’intento di scoprire chi siamo, acquisendo l’abitudine di vedere il nostro viso senza più dargli un vero valore, se non quello di essere tutto ciò che siamo: un semplice corpo umano.
Intorno a noi qualcosa si mobilita per impedirci di scoprire chi siamo, riempiendo le nostre giornate di impegni che ci escludono qualunque possibilità di avere del tempo libero per fermarci a riflettere. Questo ci impedisce di avere il tempo di pensare a noi, di ragionare sulla nostra vita, dandoci appositamente tantissimi problemi a cui prestare la nostra massima attenzione così da non pensare più a noi stessi. Da sempre qualcosa ci impedisce di chiederci chi siamo e noi lo assecondiamo, con un timore inconscio di venire a conoscenza di troppe informazioni, che crediamo che forse non vorremo sapere. Abbiamo paura di sapere chi siamo davvero. Dentro sappiamo che svelare la verità sul nostro conto porterà un cambiamento molto grande nella nostra vita e questo ci spaventa, perché non siamo certi sia un bene. Siamo totalmente soffocati dal lavoro, dallo studio, dal bisogno di riempire la nostra testa di qualunque cosa pur di non far comparire quella domanda… “Chi sono io realmente?”
A tal punto che scegliamo di scappare da questo bisogno, sino a quando non troveremo conforto nelle tasse da pagare, nella scuola dei nostri figli, nei mutui e nei debiti, che ci impediranno completamente di fermarci un attimo e chiederci: “Chi sono io davvero?”. Crediamo che questo sia il giusto modo per trovare la pace, perché quella domanda smuove qualcosa di così grande dentro di noi che per paura di ciò che non conosciamo, proviamo addirittura a soffocarlo, sino a quando ci riusciremo davvero. Scappare, però, non ci darà la pace che cerchiamo: la possiamo trovare solamente nelle risposte, vere risposte che ci farebbero comprendere chi siamo realmente.
Prima di tutto, noi siamo Coscienza.
Quello che sappiamo dentro e che proviamo a nascondere per timore che sia troppo forte da reggere, o per paura che ci condurrebbe ad un estenuante percorso verso la scoperta della verità, è che c’è qualcosa di grande e misterioso dietro i nostri occhi, e questo ci fa bloccare ancor prima di iniziare a ricevere qualche risposta, facendoci temere che andando avanti aumenterebbero soltanto le domande, non le risposte.
Spesso le persone intorno a noi non sono pronte a farsi le stesse domande perché troppo prese dalle loro distrazioni della vita quotidiana, così ci ritroviamo da soli a dover affrontare queste sensazioni di vuoto, perché nessun altro ci prende seriamente in considerazione. Ci chiediamo infatti se siamo gli unici a porgerci queste domande o se anche gli altri, ogni tanto, si guardano allo specchio e si chiedono se quel volto è davvero la loro Essenza, oppure se è soltanto una maschera, un costume da corpo umano che nasconde la loro vera identità.
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Il più delle volte pensiamo che il nostro sia soltanto un viaggio mentale, che tutto ciò non esista e che ce lo stiamo del tutto immaginando, eppure, anche quelle volte, non riusciamo a sopprimere quella strana voce dentro di noi che ci spinge a cercare la verità. Gli impegni e le faccende domestiche ci impediscono di prestare maggiore attenzione a quella spinta, perché è quello che vogliamo: ignorare quella voce che ci fa chiedere chi siamo davvero. Nonostante ciò, quell’istinto continua, è sottile ma tenta continuamente di farsi ascoltare. Fai di tutto per ignorarlo, per passare il tempo: impegni le tue ore giornaliere per arrivare alla notte e metterti subito a dormire, così da non dover pensare a te stesso, per non doverti fare quella strana e faticosa domanda.
Poi, all’improvviso, arriva un momento nella tua vita in cui sei pronto a scoprire che sei qualcosa che va ben oltre il tuo viso, il tuo corpo, il tuo aspetto. Sai di essere molto più profondo dei tuoi occhi, che in realtà non ti rispecchiano quanto vorresti. Il tuo desiderio è che la gente ti comprenda senza parlare ma solamente guardandoti negli occhi, lo specchio dell’anima; nonostante ciò, quando ti guardi allo specchio neppure tu riesci a riconoscerti. In quel momento, dopo tanti anni sprecati a zittire quella voce interna, ti viene posta davanti una scelta: quella di ascoltare e seguire quel forte istinto una volta per tutte, oppure abbandonarlo per sempre. Sopprimendolo, deciderai di abbandonare la tua Coscienza, tutto ciò che ti permette di essere diverso dagli altri per diventare tale e quale a loro, identico, senza vita dentro come tutte quelle persone là fuori che si identificano nel mestiere che fanno e non più nella vita che hanno.
Oppure, piano piano, puoi scegliere di ascoltarla sempre di più, notando che volta per volta diventerà sempre più chiara e diretta, come se qualcuno le alzasse il volume, facendo diventare tutto più… Reale. Decidendo di ascoltare quell’istinto, scegli di ricordare chi sei, lasciandoti scivolare di dosso quelle strane paure infondate e notando quanto fossero inutili e insensate.
La Coscienza va ben oltre la capacità di comprendere se un’azione sia giusta o sbagliata, se si sta facendo del bene o del male. La Coscienza è ciò che ci distingue dalle macchine, che lavorano senza sapere di Essere e di esistere. Le macchine si muovono, agiscono; alcuni a modo loro reagiscono agli impulsi proprio come fanno i computer capaci di riconoscere un problema al loro interno e risolverlo, ma noi abbiamo qualcosa di più avanzato che ci permette di riflettere, che va oltre il semplice pensare. Noi abbiamo la Coscienza.
C’è chi la chiama Anima, pur essendo in realtà due livelli di evoluzione molto diversi. Scegliendo di ascoltare quell’istinto, che è la tua Coscienza, permetti a te stesso di scoprire qualcosa di più profondo e di enorme valore, che è l’Anima: qualcosa che non ci è mai stata spiegata nel modo corretto appositamente per tenerci lontani dalla consapevolezza di essere una vita superiore. Siamo cresciuti in un’illusione convinti che fosse la realtà, credendo poi che la vera realtà fosse solo una fantasia, una creazione della nostra mente. Questo perché nessuno mai ci ha confermato la sua veridicità, lasciandoci convincere che qualcosa, per esistere, debba essere confermata da chiunque, e non soltanto da chi è capace di vederla e di comprenderla. La verità non è per tutti, ma solo per chi sceglie di scoprirla.
La Coscienza ti spinge oltre, ti invita a seguire un percorso di evoluzione che ti permette di avvicinarti meglio a Lei, di conoscerla e di comprendere finalmente quale sia il suo scopo e come raggiungerlo. All’inizio può sembrarti una voce estranea a te, perché Lei è lì, dentro il petto, ma non la riconosci come te stesso perché è diversa da te, molto diversa. Percepisci questo istinto, che non parla a parole eppure lo senti, è lì dentro al petto che spinge per uscire fuori, ma qualcosa glielo impedisce. È una sensazione strana, a volte malinconica, eppure sai che è reale perché tanta è la sua forza, anche quando provi a nasconderla.
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Ti guardi intorno e sai che in questo preciso momento tu sei l’unico a provare questa sensazione, a sentire questa voce, e questo ti spaventa perché ti fa sentire come se fossi l’unico al mondo. In verità non sei l’unico e non sei il solo, tanti altri provano la stessa sensazione ogni giorno, solamente non hanno il coraggio di dirlo e, oltretutto, non tutti la percepiscono allo stesso tempo. Ognuno ha un proprio momento di ascolto e non tutti scelgono di iniziare a prestargli attenzione, perché il più delle volte preferiscono sotterrarla con i mille problemi da risolvere, inconsapevoli che sia proprio quella la soluzione ai loro fardelli.
Eppure, tu continui a sentire quella spinta, quella presenza dentro di te che comunica il più delle volte senza parlare, ma la senti ed è difficile negare la sua esistenza. Sai bene che continuare ad ignorarla porterebbe alla fine della tua Coscienza, ma il più delle volte provi a soffocare anche questa consapevolezza, perché ti spaventa. Sai che separandoti da quella presenza perderesti qualcosa di troppo grande e troppo importante per te, ma non conosci il suo valore e di cosa si tratta esattamente, così ti lasci ingannare dall’apatia e tenti ancora una volta di spostarla in un luogo lontano da te per non sentirla. Lei parla, o meglio ancora comunica con una forza diversa dalla tua, una capacità mentale più saggia, più evoluta: è come se Lei sapesse qualcosa che tu non sai e vedesse ben oltre quello che tu puoi vedere; ciononostante non sai se fidarti ciecamente, perché temi che seguirla ti porterebbe troppo lontano dalla tua vita, dalle tue abitudini. Credi che Lei sia molto diversa da te, ma non è così, perché sei tu che sei diverso, ti sei allontanato dalla tua identità senza rendertene conto. Hai la fortuna che Lei non ti ha ancora abbandonato e lasciato cadere addormentato come molti altri. Hai la possibilità di scegliere, ogni giorno, se ascoltarla oppure no. La scelta di ascoltare la Coscienza non è radicale, perché ogni giorno potresti decidere di cambiare idea, di ascoltarla o di ignorarla. La scelta non sarà mai obbligata o drastica, il più delle volte ti dimenticherai di poter scegliere e così ti lascerai scivolare nel sonno, il sonno che ti allontanerà dall’evoluzione. Ancora, però, non sarà troppo tardi: sin quando non ti dimenticherai completamente della sua esistenza potrai ancora provare a fare qualcosa, oppure, non ricorderai più nulla diventando una macchina umana come a tanti altri intorno a te è già successo. Lasciarsi addormentare ti porterà alla fine dei tuoi giorni, facendoti morire dentro. Non importa se il corpo continuerà a funzionare, perché dentro ti sentirai senza vita, senza alcun motivo per continuare a vivere. Non è questo il destino che ti attende, ma tu devi sceglierlo ogni giorno, perché non scegliendo lascerai che la tua Coscienza ti abbandoni.
Lei è qualcosa che va ben oltre una semplice intuizione o l’idea di essere diverso; seguendola, ti concedi di essere realmente diverso, di poter diventare qualcuno che prima, pur avendo tutto, potevi non sentirti di essere. La Coscienza è quella materia che riempie il tuo vuoto e che stai cercando da tutta la vita, ma che non hai mai compreso come raccogliere né come possedere. Non è facile comprenderlo, eppure, la Coscienza ti è sempre appartenuta ma non hai mai saputo come usarla. Potresti credere che la Coscienza sia solo una cosa indefinita, senza forma e senza valore, presente dentro di te e che non necessiti di attenzioni. In realtà essa è una forza che ti permetterebbe di raggiungere obiettivi ambiti a cui nemmeno speravi di poterti avvicinare, se deciderai di impegnarti per la sua evoluzione. Infatti, la Coscienza è come le tue gambe: se non impieghi la fatica di muoverle, il tuo corpo non si sposterà e non riuscirai ad andare avanti, rimanendo fermo per sempre. Potresti provare a muoverti utilizzando altri mezzi, ad esempio strisciando, trascinandoti per terra con l’aggancio delle unghie, ma prima o poi tutto questo ti distruggerebbe. La consapevolezza ti permette di comprendere che lo sforzo iniziale per dare movimento alle gambe, che ti porteranno dove vuoi arrivare, sarà minimo in confronto a tutto ciò che otterrai grazie a quel piccolo sacrificio; tutto diverso sarebbe se decidessi di non muoverle e di trascinarti per terra per arrivare dove vorresti, sapendo benissimo che per timore del primo sforzo (camminare con le gambe) ti ritroveresti a impiegare molta più fatica e dolore, per non arrivare poi da nessuna parte.
La Coscienza è come le tue gambe, perché se deciderai subito di utilizzarla essa ti condurrà dove meglio desideri, ma al contrario senza di essa ti ritroverai a faticare molto, molto di più per rincorrere un obiettivo che potresti non raggiungere mai.
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Con le gambe cammini veloce, puoi addirittura correre e raggiungere chilometri di distanza, ma strisciando per terra ti fermerai molto presto, stanco e distrutto, pieno di ferite.
Come le tue gambe non sono lì per bellezza, solo per restare ferme, nemmeno la tua Coscienza è lì per bellezza, solo per restare ferma. Sapere di avere una Coscienza non significa saperla usare, né tantomeno saperla usare sempre. L’errore più comune è credere che la Coscienza vada solamente ascoltata, ma la realtà è che essa va utilizzata, va riempita, va allenata proprio come le tue gambe. Lei non è soltanto una voce, la Coscienza è viva e comunica le sue conoscenze, che possono aumentare se glielo permetti, allenandoti a usarla. Tutti gli esseri viventi ne possiedono una: gli umani, gli animali, anche le piante, che durante la loro vita possono memorizzare e ricordare quello che hanno vissuto. Ci sono persone però che possiedono qualcosa in più della Coscienza: si chiama Anima.
L’Anima è qualcosa che non tutti possiedono perché, a differenza di come ci inducono a credere, necessita costantemente di attenzioni, di nutrimento energetico e di pratica per rinforzarla. Così la maggior parte delle persone la ignora pensando che tutto le sia dovuto, senza dare valore alla loro Anima, convinti che non ne abbia bisogno. Tutti ignorano l’Anima, ma quando poi verranno a sapere che potrebbero non avercela, ecco che iniziano a tremare come se gli fosse mai importato qualcosa.
Ogni persona ha un differente livello di evoluzione dovuto alla propria esperienza di vita, alle proprie riflessioni, ma soprattutto ai propri tentativi di riscoprirsi, di risvegliarsi attraverso tecniche spirituali. Tutti possiedono una Coscienza – che alcuni confondono con l’Anima – ma nonostante tutti ce l’abbiano, in pochi decidono di ascoltarla e seguirla fino in fondo per iniziare un percorso evolutivo che li porterà a comprenderla. Ognuno ha un momento diverso per iniziare a riflettere sulla propria vita, alcuni non inizieranno mai, ma non possiamo aspettarci che tutti inizino oggi assieme a noi, perché non è il loro momento. Alcuni inizieranno fra qualche anno, molti altri non sceglieranno mai di iniziare e per questo non potranno comprendere cosa si prova ad essere coscienti della propria Coscienza, spesso proprio perché non sanno da dove iniziare e non conoscono il metodo giusto. “Chi sono io?” è la domanda che tutti si fanno, ma in pochi decideranno di proseguire, iniziando così un percorso spirituale. Poco a poco abbiamo deciso di assegnare dei termini per identificare la differenza tra persone che non vogliono conoscersi da persone che vorrebbero davvero scoprirsi ed evolversi. Concordo pienamente con chi penserebbe che si tratti di un metodo strutturato e che non sia corretto etichettare, né tanto meno fare di tutta l’erba un fascio, ma parlare di persone alla ricerca della verità e di persone che preferiscono rimanere addormentati e non saperne niente di tutto ciò che li circonda, è essenziale per rendere l’idea di ciò che andremo a scoprire con il percorso spirituale.
La ricerca della propria essenza e il desiderio di scoprire chi siamo ci riconduce ad una via spirituale per arrivare a comprendere cosa vuole raggiungere la nostra Coscienza e come ottenerne i risultati. Ponendosi ogni giorno questa domanda e non fermandosi alla solita risposta banale, veniamo spinti sempre più a percorrere ciò che viene definito Spiritualità. Sebbene potrebbe sembrare qualcosa di sconosciuto, tutto ha inizio dalla domanda sulla nostra reale essenza, e da quella si prolunga verso la decisione di applicarsi ogni giorno alla scoperta di una nuova conoscenza che si accumula poco per volta. Il percorso spirituale è come un sentiero su cui, percorrendolo, troverai passo dopo passo maggiori informazioni su di te.
Potremmo quindi parlare di persone spirituali, quali sono quelle che cercano risposte alle proprie domande, e persone non spirituali, ossia tutti coloro che ogni giorno preferiscono dormire e non saperne niente, per timore che si tratti di qualcosa di troppo grande per loro o per semplice apatia.
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Non importa quali siano i motivi per i quali si decida di dormire o si scelga di non prendere una decisione, il punto è che rimanendo incatenati nella routine e dimenticandosi della propria Coscienza, si finisce con il perderla del tutto. Oggigiorno il termine “spirituale” viene utilizzato da tutti, più per moda che per reale scelta, definendosi spirituali nonostante non si creda a tutti i campi della spiritualità. Questo porta a rovinare il vero valore di questo termine, facendolo sembrare qualcosa che non c’entra nulla con ciò che stavamo inizialmente cercando, vedendo alcune persone che dovrebbero rappresentare l’evoluzione spirituale comportarsi peggio di chi dice di non saperne niente. Il punto, infatti, non è definirsi spirituale e quindi dire di esserlo, ma esserlo davvero.
Proprio perché quando ci riferiamo ad una persona il termine spirituale può variare, dovremmo provare ad utilizzare altri termini. Il vocabolo spirituale non indica realmente l’evoluzione di una persona, ma solamente le attività (spirituali) che svolge per un certo periodo della sua vita, non sapendo effettivamente se durerà per sempre. Sebbene non si possa comprendere l’evoluzione di una persona solamente parlandoci – perché potrebbe nascondere quello che sa – o guardandola, perché non sempre l’aspetto fisico di quel momento rappresenta l’evoluzione interna, specie se ci aspettiamo che essere evoluti equivalga ad essere sempre vestiti bene e con i capelli appena fatti, attraverso delle tecniche pratiche si può imparare a riconoscere chi possiede una Coscienza più elevata da chi invece la propria Coscienza se la sta perdendo per sempre. Attualmente c’è da presumere che tu non sappia come riconoscere gli altri che, come te, cercano risposte alle proprie domande, se non ponendone una definizione teorica. Per tale ragione proviamo insieme a comprendere le differenze.
Per cominciare, parliamo di persone spirituali e non spirituali. Con questi termini s’intende definire chi, in questo preciso periodo, sta praticando un percorso spirituale oppure non sta praticando nulla. Sebbene chiunque oggigiorno si autodefinisce spirituale senza nemmeno mai aver praticato una singola meditazione, ma solamente perché ritiene – senza alcun principio di fondo – di essere una persona evoluta e per di più migliore, più saggio e cosciente di tutti gli altri, in questo percorso impareremo a definire spirituale solamente chi, per davvero, sta praticando tecniche meditative. Chi non pratica, anche se parlasse di sé come un dio sceso in terra, rimarrà comunque un non spirituale, perché di fatti non pratica alcuna tecnica per evolversi sul serio e passa il tempo ad auto lodarsi con tante belle parole, che rimangono soltanto parole. Come detto prima, ogni persona è diversa e possiede un momento giusto e personale, perciò se Ora è il tuo momento di essere spirituale, non è detto che lo sia anche per le persone intorno a te; questo però non significa che se non sono pronti ora non lo saranno mai. In realtà, alcuni di loro potrebbero iniziare a riflettere, forse fra qualche mese, altri fra qualche anno, decidendo un giorno di praticare con l’intento di evolversi e quindi diventare spirituali. Oltretutto, la spiritualità è una scelta che va fatta ogni giorno, ma quando si dimentica di scegliere si inizia a perdere la spiritualità, perché la propria Coscienza si riaddormenta. Per questa ragione non è possibile definire spirituale qualcuno solamente perché anni fa ha provato a praticare qualcosa, perché questo non significa che lo stia facendo anche Oggi, nel momento presente. Essere spirituali è una scelta e quando smettiamo di scegliere smettiamo di essere spirituali.
Perciò possiamo utilizzare un altro metodo di riconoscimento, ricordando che anche questo rimane, per il tuo attuale livello di comprensione, solamente un metodo teorico. Quando avrai imparato le tecniche adatte per riconoscere chi possiede una forte Coscienza e chi no, comprenderai molto meglio questi concetti e il valore di questi termini.
Perciò possiamo parlare di chi si ferma ad avere una Coscienza senza nemmeno saperlo, e di chi invece si rende consapevole ogni giorno e si crea qualcosa che va ben oltre l’umana Coscienza, che sarà l’Anima. Per riuscire a riconoscere chi non capirà mai il senso del porsi domande sulla propria esistenza e sul motivo della vita, da chi ha compreso che deve andare fino in fondo e riconoscere lo scopo della sua nascita e del suo avvenire, utilizzeremo dei semplici termini che rimarranno comunque generici per non etichettare le persone a vita.
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Prima di tutto parliamo di chi non ha il ben che minimo interesse a scoprire il motivo della sua esistenza; ma non solo, trattiamo di quel genere di persona che si infastidisce quando qualcun altro prova a porsi questo genere di domanda. Di natura, non ci sarebbe nessun motivo di scaldarsi se qualcun altro desidera credere in una teoria diversa, eppure, quando si parla di spiritualità alcune persone tentano forzatamente di impedire al prossimo di farsi domande in merito. Anche se alcuni potrebbero pensare che non ci sia uno scopo nella vita, che l’obiettivo finale sia nascere e morire senza mai aver concluso niente di evolutivo durante la propria esistenza, non ci dovrebbe essere alcun motivo di arrabbiarsi se qualcun altro, senza dare fastidio a nessuno, provasse a scoprire la propria personale identità. Se questa identità non esistesse, perché impegnarsi così tanto a nascondergliela? Perché andare contro chi desidera credere che ci sia qualcosa oltre quello che in genere vediamo? Non ci sarebbe un motivo logico, se non fosse che sono spinti da qualcosa di più grande di loro che gli impedisce di evolversi e che si impegna per impedirlo agli altri. In questo percorso definiremo le persone che non sono spirituali, che non credono alla spiritualità e che addirittura potrebbero andare contro a chi si pone delle domande sull’evoluzione, con il termine Gaia’s Low.
Per Gaia’s Low si intende le persone che possiedono una bassa frequenza (Low Frequency, che comprenderai leggendo gli articoli appositi) appartenente al pianeta Terra che, in questo percorso chiameremo Gaia o Gea. Le persone che non andranno oltre la propria vita umana che gli è stata imposta, che non si porranno domande sulla propria reale essenza, che non si chiederanno “chi sono io?”, che non vorranno saperlo e che possiederanno una Coscienza troppo legata al pianeta, saranno definite “persone di Gaia”, o, per essere più corretti, Coscienze di bassa frequenza legate al pianeta Gaia. Così si chiameranno Gaia’s Low, e capirai con il tempo quanto questo termine sia azzeccato, infatti nei prossimi documenti comprenderai meglio le differenze. I Gaia’s Low, ovvero le persone con una bassa Coscienza, si dividono principalmente in meno evoluti e più evoluti, perché pur non praticando meditazione e tecniche spirituali tentano a modo loro di riconoscere la loro Coscienza e non dimenticarsela. Questo purtroppo non basta però per andare oltre la Coscienza, perché senza tecniche energetiche veniamo limitati e alla fine bloccati. Come opposto ai Gaia’s Low abbiamo gli Spirituali, ovvero le persone che non solo si porgono domande e si chiedono come evolvere la propria vita, ma tentano di trovare anche la via giusta per riuscirci attraverso la meditazione e le tecniche pratiche. A loro assegneremo il nome di “Celesti”. Questa è solo un’infarinatura di ciò che c’è da sapere. Ma in realtà, ciò che è davvero importante è non dimenticarsi che la propria Coscienza va allenata e non solo ascoltata, perché ciò condurrà i praticanti a scoprire informazioni sulla propria esistenza che non avrebbero mai creduto possibili, se non fossero arrivate così evidenti.
Scegliendo di non ascoltare la propria Coscienza si sceglie di concludere la propria vita diventando una macchina umana, ma scegliendo di ascoltarla e sfruttarla al meglio si decide di evolversi più che mai, di vita in vita. Nessuno può scegliere al posto tuo, ma posso consigliarti di seguire la tua Coscienza in capo al mondo, perché lei avrà sempre ragione, anche quando tu non ne avrai.
Fine pagina 6 su 6. Se hai gradito l’articolo, commenta qui sotto descrivendo le tue sensazioni durante la lettura o la pratica della tecnica proposta.