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Step 2 - N° 67

Essere Coscienti – La scala verso la Coscienza (1 parte)

 

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Ho impiegato diversi anni per scoprire il vero significato di questo termine: essere coscienti. Oggi tutti sono convinti di essere coscienti, e come dargli torto, perché si crede che essere coscienti significhi semplicemente pensare e decidere qualcosa con la propria testa. Tutti crediamo di saperlo fare. Siamo abituati a credere che “prendere decisioni di testa propria” significhi non lasciarsi influenzare verbalmente dalle altre persone; infatti ci sono alcune persone che si lasciano influenzare da quello che dicono gli altri, e altre che decidono il da farsi senza ascoltare quello che gli altri hanno da dire. È molto importante prendere decisioni seguendo il nostro ideale e non quello degli altri. Ma quanto è lucida la nostra testa? Per noi, ovviamente, è lucidissima; eppure sotto sotto viene influenzata energeticamente dalle decisioni delle altre persone e questo ci porta a non decidere mai davvero di testa nostra, perché veniamo influenzati dalle energie esterne. A volte veniamo influenzati positivamente, nel senso che alla fine ciò che otteniamo è comunque qualcosa di positivo, seppure ci abbiano influenzato altri a prendere quella decisione; altre volte il pensiero altrui si impianta nella nostra testa e la manomette, facendoci pensare ciò che vuole qualcun altro, finendo per farci prendere decisioni dettate da altri e non da noi. Non ce ne accorgiamo perché crediamo che “esterno” significhi quello che c’è fuori dalla nostra testa, e che “interno” sia quello che è dentro di essa. Dobbiamo ricordarci che la nostra testa è semplicemente materiale, e come tale può essere oltrepassata dai pensieri e i programmi energetici esterni, perché non ha una protezione così solida. Il nostro pensiero interno è quello dell’Anima e il suo modo di pensare è troppo evoluto per definirlo “pensiero”, dato che i pensieri sono parole pensate, situazioni immaginate, e questi derivano dal cervello, dalla testa. Il nostro Io Superiore è molto più interno, è praticamente l’unica cosa interna che abbiamo, perché in realtà anche il nostro corpo fisico non è davvero noi: ma è qualcosa di esterno a noi che utilizziamo per vivere in questa dimensione. 

Essere coscienti è probabilmente la tecnica più complicata fra tutte. Quando avrai compreso a livelli eccezionali come saper diventare cosciente, tutte le altre tecniche saranno una passeggiata. Il primo passo è sempre quello più difficile, poi, quando sai camminare, è facile imparare a correre. La nostra testa viene continuamente influenzata dall’esterno, dal Low e da tutto ciò che ci circonda, perché essa stessa non è completamente protetta. La nostra testa non è quel rifugio impenetrabile che crediamo sia, ma è come una casa senza chiavi: accogliente se vogliamo, ma accessibile a tutti. Essa potrebbe anche sembrare protetta in apparenza, date le grosse porte di legno, ma è comunque senza chiavi, non ci sono né lucchetti né alcuna chiusura, perciò queste porte non sono così potenti come sembrano. La capacità delle porte è quella di creare nella nostra mente il pensiero che, essendoci una porta, deve essere per forza chiusa, perciò che non ci sia nemmeno bisogno di provare ad aprirla: perché sarebbe una perdita di tempo... “sicuramente è chiusa!”. Molte persone quindi si bloccano davanti ad una porta credendo di non essere capaci di aprirla, finendo per non provarci neanche. Questa è la nostra difesa naturale, è una barriera illusoria che ci fa credere che la testa di qualcuno non si possa oltrepassare, che sia un luogo blindato e protetto come un carro armato, perché ha le porte apparentemente chiuse. Purtroppo, o per fortuna, a seconda dei casi, non tutte le persone la pensano in questa maniera. C’è chi, vedendo una porta chiusa, si chiede se davvero lo sia o se bisognerebbe assicurarsene, prima di darsi per vinti; così queste proveranno ad aprire la porta, scoprendo che non era affatto chiusa a chiave, ma era solo accostata. Proprio come quelle porte, la nostra testa non è chiusa a chiave, ma si può entrare e anche più spesso di quanto si immagina. 

Essere coscienti significa mettere una guardia di sicurezza a controllare le nostre porte continuamente. Il grandissimo problema che ci assale, è quello che non possiamo pagare nessuno o chiedere il favore a qualcuno di farlo al posto nostro, perché siamo noi gli unici a poterlo fare: è un compito che non si può lasciare a nessun altro. 

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Non possiamo delegare a nessuno questo compito nemmeno se volessimo crederci, nessun angelo e nessun Dio può svolgere questo lavoro per noi, perché è un nostro compito; sarebbe come sperare che qualcuno possa aprirci gli occhi la mattina e riaprirci le palpebre ogni volta che noi le chiudiamo, per ogni secondo della nostra vita. Ciò non è fattibile, quindi sarà anche impegnativo, ma devi aprirle da solo se vuoi vivere la tua vita in modo sereno; semplicemente perché se non lo farai, non cambierà niente. Nessuno si prenderà la briga di aprirti gli occhi ogni attimo della tua vita. Per la stessa ragione, se vuoi che la tua Anima viva la vita, devi fare lo sforzo di tenere gli occhi aperti anche quando vorrebbero chiudersi, rimanendo bene all’erta di quello che succede dentro la tua testa. Metaforicamente, ma nemmeno tanto, essere coscienti significa tenere sotto controllo la nostra testa ogni secondo, proprio come se stessimo sbattendo le palpebre e ogni volta dovessimo riaprirle per poter vedere quello che succede. Purtroppo, gli occhi non li apri solo una volta per tutta la giornata, ma devi sbattere le palpebre innumerevoli volte nell’arco di tutto il giorno, sin quando non vai a dormire e non li chiudi definitivamente sino alla mattina seguente. Però, in quell’arco di tempo, tu non vedi niente. Ciò significa che tu non sai cosa succede intorno a te e, non sapendolo, non puoi fermarlo in caso succeda qualcosa di negativo. Allo stesso modo, ogni volta che decidi di chiudere gli occhi della tua coscienza per metterla a dormire, potrà succedere qualunque cosa e lei non reagirà, perché non vedendo, non potrà conoscere il problema e tantomeno potrà risolverlo. Poiché sino ad oggi non hai allenato la tua coscienza a rimanere sveglia, aprire i suoi occhi sarà complicato, ma tenerli aperti sarà la cosa più difficile in assoluto. Ciò che può rasserenarti, è che dal momento in cui la tua coscienza sarà sveglia e ben vigile, niente potrà più fermarti perché vedrai ogni singolo problema e potrai risolverlo ancor prima che entri nella tua vita. Questa consolazione, però, non deve passare come un’illusione, perché sin quando non deciderai di impegnarti ad aprire gli occhi, i problemi continueranno ad essere invisibili e tu vivrai nel tuo mondo fatato o nel tuo mondo d’inferno, fantasioso in entrambi i casi. Sinché non apri gli occhi e vedi la verità, continuerai ad immaginarla, rimanendo molto distante da essa. Per darti un’idea di cosa significa essere coscienti nel presente, posso farti ricordare delle situazioni che sono accadute pochissime volte nella tua vita, dove hai preso coscienza di spontanea volontà; mi riferisco a quei momenti dove hai avuto una paura terribile di qualcosa, o hai temuto davvero di morire, e all’improvviso sei riuscito a sentire ogni attimo della tua vita che scorreva. Eri presente in ogni singolo secondo che passava. Ovviamente, questa non è proprio la coscienza di cui parlo, dato che in quei momenti stavi provando paura, che è un sentimento di anti-coscienza. Ma è un buon esempio per farti ricordare quei momenti in cui sentivi il tempo “scorrere lentamente come se fosse bloccato”, perché eri molto attento a tutto quello che succedeva intorno a te. Mi fa pensare al momento in cui ti trovi sopra le montagne russe e il giro rallenta un attimo, mentre sale i metri di altezza, facendoti poi vedere quanto è profonda la discesa che starai per affrontare. In quel momento il tuo pensiero è assente: non pensi assolutamente a niente, sei completamente presente in quel momento dall’emozione e dalla paura di quella discesa, tanto da non avere minimamente voglia di distrarti nei pensieri; sei del tutto concentrato sul momento presente, così da osservare con attenzione ogni minimo dettaglio e sensazione che provi in quell’istante. Quella è una presa di coscienza, ma noi dobbiamo riuscire ad averla di continuo, non solo nei momenti brutti o paurosi. 

Essere coscienti ogni secondo della propria giornata è davvero difficile, ma è fattibile proprio come aprire gli occhi ogni volta che si chiudono. Qualche volta è normale abbandonarsi alla stanchezza e andare a dormire con la mente, decidendo di essere meno coscienti anche mentre si è svegli fisicamente, ma noi siamo sempre incoscienti dalla mattina alla sera e la notte anche peggio. Non c’è scusa, non abbiamo alcun alibi, nessuna motivazione è abbastanza buona per accettare di essere così perennemente incoscienti. La presa di coscienza vera e propria non è qualcosa che si compie una volta nella vita e poi ci si abbandona di nuovo nell’addormentare la propria mente come al solito. È un palazzo senza ascensori. Il piano che devi raggiungere è il 20esimo. Non sei allenato, quindi la prima volta farai qualche gradino, nemmeno arriverai al primo piano che già sarai stanco. Poi dovrai andare via, quindi dovrai scendere le scale e tornare a casa, oppure potrai buttarti a peso morto rotolando giù per le scale e tornare a casa molto indolenzito. 

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Questo accade quando decidi di cadere nell’incoscienza di botto, all’improvviso, senza una preparazione, anziché muovere i passi per scendere comunque nell’incoscienza ma in modo leggermente meno pesante. Infatti scendendo i gradini ti starai muovendo e sarai meno incosciente di prima. Il giorno dopo, dovrai ancora salire sino al 20esimo piano, ma dovrai ricominciare da capo: non di certo dal primo piano dove ti eri fermato, perché le scale non si muovono da sole ma sei tu a doverle percorrere. Quindi sali sino al primo piano; sei stanco, ma se il giorno prima hai sceso i gradini con calma, oggi sei più abituato al movimento e quindi più propenso a salire probabilmente sino al secondo piano. Se invece il giorno prima ti sei buttato a peso morto giù per le scale, cadendo pesantemente nell’incoscienza fuori controllo, allora oggi sarai molto più stanco e potresti fermarti a metà del secondo piano, senza raggiungerlo. Poi dovrai scendere di nuovo e tornare a casa. Questo perché prendere coscienza è un esercizio molto difficile che non ti permette di salvare il livello raggiunto; come, ad esempio, molte altre tecniche fra cui la meditazione, ma devi raggiungerlo quotidianamente, partendo ogni giorno dall’inizio. La casa è la metafora per indicare la tua zona confort, ovvero il tuo livello di incoscienza Low in cui ti abbandoni ogni giorno. Quindi, il terzo giorno, dovrai ricominciare da capo. Ma ormai ci starai prendendo confidenza, quindi prenderai la rincorsa, salterai due gradini per volta, anziché uno per uno; così arriverai molto più veloce al secondo piano, al terzo piano, fermandoti al quarto piano per via della stanchezza. Comunque, sarai salito molto più in alto rispetto a pochi giorni prima. Trascorre un altro giorno, e ora puoi decidere: smettere di salire i gradini perché oggi vuoi riposarti, perdendo l’abitudine che ti eri fatto e quindi tornando al livello pigro dei giorni prima, oppure fare uno sforzo mentale e decidere di andare di nuovo in quel palazzo con forte decisione di arrivare più in alto possibile. Andandoci ti renderai conto che potresti saltare più gradini per volta, anche 4, perché le tue gambe sono abbastanza lunghe, perciò saltando 4 scalini per volta raggiungerai il sesto piano prima di quanto ti aspettassi. Arrivato al sesto piano, stanco, ma fiero di te perché ci sei riuscito nonostante non ne avessi alcuna voglia, ti renderai conto che c’è un ascensore segreto che dal sesto piano ti potrebbe portare su per tutti gli altri piani. Questo non te lo saresti mai aspettato, perché nessuno, a parte chi sale al sesto piano ogni giorno, conosceva l’esistenza di quell’ascensore. 

Ecco cos’è la coscienza, una lotta continua, una guerra contro l’apatia che è armata sino ai denti. Non c’è arma peggiore per abbattere la nostra evoluzione se non la svogliatezza. Se tu provassi a salire più di quanto credi di poter fare, scopriresti segreti che nessuno, a parte i pochi che salgono ogni giorno in quella vibrazione, conoscono. Tutti parleranno del sesto piano come fosse qualcosa che conoscono alla perfezione, come se ci abitassero. Eppure tutti vivono nel primo e nel secondo piano di questo palazzo, e non hanno nemmeno mai provato a salire sino al sesto. Perciò, nonostante tutti potrebbero giurare che non esista alcun ascensore, sinché non salirai sino al sesto piano non potrai saperlo. Ovviamente tutto questo è un passaggio metaforico, per poter apprendere il concetto di evoluzione. Ogni giorno ci lasciamo fermare immediatamente dal limite che ci siamo imposti: non posso camminare più di 3 km al giorno, non posso correre più di 30 minuti, non posso salire più di due gradinate. Non appena avvertiamo la stanchezza, ecco che ci fermiamo: come se un altro passo ci portasse alla morte certa. Quando, invece, non succederebbe nulla di tutto ciò: anzi, alleneremmo un altro muscolo che sino ad ora non avevamo mai allenato. Questi sono dei blocchi che abbiamo deciso di accettare nella nostra vita perennemente e non abbiamo il coraggio, né la forza mentale, di superare questo misero ostacolo. Se decidiamo di fermarci a 3 km, ecco che non muoviamo due passi in più. Nemmeno per sogno decideremo di percorrere 4 km, pensando che altrimenti, per chissà quale ragione immaginaria, da 4 potrebbero diventare all’improvviso 10 e noi non vogliamo assolutamente percorrere 10 km al giorno. Ecco cosa ci inventiamo nella nostra testa per non comprendere che spingerci leggermente più in là del solito programma non creerà nessun genere di problema. Se percorrere 4 km non ci piace, allora il giorno dopo potremo tornare ai 3, perché nessuno al mondo ci obbligherà a tenere i 4 km soltanto perché li abbiamo provati una volta e giusto per curiosità; quindi, perché non provarci? Perché non desiderare di conoscere quella sensazione? Perché fermarsi al secondo piano, se si può arrivare al terzo? 

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Non pensare al decimo piano, focalizzati sul terzo. Sarà più semplice affrontarlo, perché non è detto che dopo il terzo sarai obbligato a salire al quarto piano: potresti tranquillamente decidere di fermarti al secondo, ma perlomeno avrai conosciuto cosa il terzo piano nasconde. Scoprilo con i tuoi occhi. L’esempio dei gradini non è affatto un caso. Quando prendi confidenza con la tua mente, dalla quale sino a poco tempo fa ne avevi il completo distacco, nonostante pensassi di essere del tutto cosciente di essa, scoprirai volta per volta che sarà molto più semplice raggiungere di nuovo gli stessi stadi di alta vibrazione che avevi lasciato le volte prima. Come stai notando da quando pratichi la meditazione, le prime volte era molto difficile sapere dove si trovavano i chakra; oggi, anche se magari non li senti ancora bene, comunque sai dove si trovano. Questo è un passo molto importante, perché hai preso più confidenza con il tuo corpo rispetto a prima, che in fondo era quasi sconosciuto in questo ambito. Così, se prima dovevi sederti, e posizionare le tue dita in un punto, poi spostavi le dita per via dell’insicurezza che ti faceva domandare se fosse davvero il posto giusto o se dovessi posizionarle più in alto o più in basso, oggi invece poggi le tue dita molto più tranquillamente. Perché sai qual è il punto giusto. Questo ti velocizza tantissimo la meditazione, non dovendo più perdere tempo a cercare il punto esatto del chakra. Questo è quello che intendo con saltare due gradini per volta, perché a furia di praticare la meditazione, come qualunque altra tecnica, ti ritroverai a saperla praticare sempre meglio. Così velocizzerai il processo, ottenendo il livello preferito in pochi minuti, mentre in precedenza lo raggiungevi in almeno mezz’ora. Questo però non deve farti dimenticare l’importanza della preparazione, perché se tu decidessi di saltare passaggi importanti della meditazione per la troppa fretta di arrivare in alto, finiresti per non arrivarci mai e rimanere sempre allo stesso livello bloccato. Se tu decidessi di salire le scale con gli occhi chiusi, prima o poi, a furia di saltare da gradino a gradino inciamperai e ti infortunerai, ritrovandoti a non poter salire più in alto per almeno qualche giorno; perdendo quindi l’abitudine e ritornando punto e a capo. Anche l’infortunio ovviamente è una metafora, per indicare che se speri di raggiungere livelli alti provando a saltare passaggi fondamentali, come il rilassamento, (metaforicamente, guardare gli scalini che hai davanti anziché camminare alla cieca) e la preparazione prima di ogni tecnica, finirai per non saperla compiere a dovere e quindi prima o poi la mollerai; credendo che sia lei a non funzionare. Mentre sei tu che stai sbagliando approccio alla tecnica. Se vuoi raggiungere uno stato meditativo ben più alto, devi dedicarti alla preparazione, che è un passaggio fondamentale. 

Anche per prendere coscienza ci sono passaggi fondamentali che non bisogna saltare, altrimenti non si raggiungerà mai il livello più alto. C’è poco da arrabbiarsi, puoi anche odiare gli scalini, ma quelli non si sposteranno per te. Così, per diventare coscienti, bisogna svolgere determinati allenamenti, senza i quali non si può salire più in alto e migliorare la propria presa di coscienza. Il primo punto fondamentale è comprendere cosa davvero si vuole ottenere. È inutile che io ti dica che prendere coscienza significa diventare coscienti, dato che non avendo mai praticato coscienza su nulla, non sai minimamente da dove partire. Per questo dobbiamo partire per gradi: non puoi raggiungere il decimo piano se nemmeno sai arrivare al primo, è un dato di fatto. L’obiettivo della presa di coscienza è quello di permetterti di riconoscere ogni singolo momento in cui qualcuno o qualcosa ti sta influenzando, come lo sta facendo, e come tu puoi raggirarlo ed evitare che sottometta la tua vita. Se tu comprendi davvero che la tua routine è completamente influenzata da pensieri altrui in ogni piccolo istante, allora ti rendi conto di volertene liberare, perché lo senti come necessità. Se non comprendi di essere in una gabbia, ovviamente non ti poni il problema di trovare la chiave per uscirne. La teoria vuole mostrarti le motivazioni per le quali dovresti decidere di uscire, ma se non apri gli occhi e non guardi le sbarre personalmente, non sentirai mai quella forza dentro che ti spingerà a lottare per la tua libertà. Quindi non aspettarti che qualcun altro lo faccia per te. 

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Il primo lavoro dentro te stesso che potresti fare, è chiederti da dove derivano quelle sensazioni che all’improvviso provi. Perché, improvvisamente, ti senti stanco se sino a pochi minuti prima non ti sentivi affatto così? La stanchezza lavorativa arriva durante le ore, ma non da un momento all’altro. Perché è successo così all’improvviso? Da quanto ti senti così? Quando ti senti improvvisamente stanco, rifletti e rispondi a queste domande. Perché, quando qualcuno ti parla nervosamente, ti senti impaurito e sottomesso? Non importa che parole ti abbia detto, perché non aveva un coltello in mano, quindi, cosa esattamente ti ha fatto paura? Perché ti ha spaventato così tanto? Cos’è successo con esattezza a provocarti quest’angoscia? Impara a ragionare perché pensare incoscientemente e ragionare per propria decisione sono due cose ben diverse. Uno è pensare, l’altro è riflettere. 

Allora, poniti delle domande a cui devi rispondere con una riflessione intensa, grazie alle informazioni che stai apprendendo in questi documenti; non rispondere come hai sempre fatto, non avrebbe alcun senso. Cerca di sforzarti di più, di fare quel gradino in più che non hai mai fatto, salendo ad un livello superiore per comprendere cosa esattamente sia successo in quel momento. Non ti chiedo di obbligarti a ragionare in un modo innaturale, ti chiedo solo di provare a non dare le risposte incoscienti che avresti dato ieri; oggi devi salire un gradino più in alto prima di guardare quel problema: noterai che è più esterno di quanto credessi. Questo esercizio ti servirà ad imparare a ragionare un po’ di più, ad essere più attivo e quindi reagire alle situazioni, anziché essere sottomesso da qualunque cosa subendo delle risposte che sai non essere tue, ma formulate dalla pigrizia che vuole impedirti di cercare vere soluzioni. Ovviamente questo esercizio di farsi domande non è del tutto “prendere coscienza”: per quella tecnica ce ne vuole ancora parecchio. Senza domande però, e quindi senza risposte, non raggiungerai la coscienza; ma rimarrai incosciente subendo per tutta la vita risposte incomplete. Quindi questo è un passaggio fondamentale. Chiediti perché all’improvviso inizi a pensare ad una persona e ad arrabbiarti mentalmente con lei per situazioni passate sebbene adesso, in questo preciso momento, non ti abbia fatto nulla di male. Perché dovresti farlo? Qual è una buona ragione? Sei sicuro di essere lucido? Oppure stai subendo qualche strana influenza che vuole ricadere su di lui attraverso di te, facendoti arrabbiare pur essendo passato molto tempo da allora? 

Il secondo passaggio incredibilmente importante per prendere coscienza in questo momento è il respiro cosciente di prana. Ebbene sì. Se tu adesso, proprio adesso, decidi di fare un respiro di prana, stai facendo qualcosa che era inaspettato: perché stai decidendo di respirare prana anche al di fuori della meditazione. Quindi, stai decidendo di prendere coscienza anche ora. Certo, questo non ti renderà davvero cosciente al massimo dei livelli, ma sarà un ottimo primo passo da cui iniziare. 

Respira prana. 

Da questo momento, impegnati a respirare prana, almeno per 3 volte durante il giorno al di fuori della meditazione. Decidi di respirare prana quando sei a lavoro, quando stai facendo la spesa, quando stai pulendo il pavimento. Questo ti aiuterà a decidere di essere spirituale anche quando sarai perso totalmente nell’incoscienza del Low che vuole ingabbiarti. Decidi di dare uno strappo alle sabbie mobili che ti stanno risucchiando sottoterra, fai un grosso respiro e dentro di te renditi conto che stai decidendo, anche solo per un attimo, di diventare spirituale anche quando stai svolgendo mansioni che in teoria dovrebbero sottometterti al Low. Se ti stai chiedendo se questo basterà per renderti una persona cosciente, è certo che no: non basta respirare prana 3 volte al giorno per poi dimenticartene di nuovo; però è un grande inizio. Quindi non pensare al dopo; fai come se non esistesse. Non sperare di poter correre e fare ore e ore al giorno all’improvviso come se niente fosse; non temere nemmeno che dovrai farlo, perché non sarà quello il punto. Per 3 volte al giorno, decidi di fare un respiro, solamente un respiro di prana. Non è impossibile e non è affatto inutile. 

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Prendi 3 momenti al giorno, separati tra loro, in cui stai compiendo le mansioni più normali in assoluto, e sforzati di ricordarti di respirare prana: sarà difficilissimo, perché il Low sarà come delle sabbie mobili che te ne faranno completamente dimenticare. Sarà proprio questa la sfida: respirare prana è semplice, invece ricordarti di farlo è la cosa più complicata in assoluto. Fallo quando sei arrabbiato, fallo quando sei triste, fallo quando stai mettendo le scarpe per uscire, fallo quando stai piegando le magliette, fallo quando stai premendo i tasti del pc, fallo quando stai entrando dalla porta del supermercato. In qualunque momento, ti assicuro che sarà difficilissimo, e sarà questo che ti farà rendere conto di essere incosciente. Perché ricordare un banalissimo passaggio come “respira prana”, ti sembrerà la cosa più complicata del mondo; eppure ti renderà più cosciente di essere un’Anima all’interno di un corpo, anziché solo un corpo. Se appena esci di casa pensi di dover comprare il latte, poi è molto probabile che quando sarai in negozio ti ricorderai di comprarlo; ma se per 10 volte uscendo di casa penserai di dover respirare prana quando sarai in negozio, e quando sarai arrivato per 10 volte te ne dimenticherai, non ti sembrerà un po’ strano? Questo ti farà capire quanto sei incosciente, perché anche quando penserai di essertelo ricordato e alzerai il tuo ego dicendo “wow, me lo sono ricordato! non sono incosciente!”, subito dopo non lo praticherai, quindi ricorderai di doverlo fare ma nei fatti non lo farai. Pensare di respirare prana non è tanto utile se non decidi di farlo nella pratica. Perciò, ci saranno tante di quelle volte che, sebbene ti ricorderai di doverlo fare, non lo farai. Non si sa per quale ragione, in fondo richiede un solo e unico respiro cosciente, eppure qualcosa dentro di te si rifiuterà di fare quel respiro cosciente della durata di un secondo. Perché? Per quale ragione? Che cosa esattamente ti sta impedendo di prendere coscienza? Non sottovalutare questa tecnica. Ti farà notare quanto sei incosciente e, in questo caso, umiliarti e farti scoprire di non saperti ricordare nemmeno un passaggio così semplice e veloce da fare, ti farà comprendere meglio l’importanza del respiro cosciente. Allora sarà un inizio per comprendere quanto sei incosciente. Il metodo della presa di coscienza è proprio quello di farti accorgere di quanto sei incosciente, così, più lo scoprirai, più accetterai di esserlo, più diventerai cosciente. Come si sa da sempre, chi crede di sapere tutto e si vanta con gli altri del suo enorme sapere, non sa nemmeno un briciolo di tutto ciò che lo circonda. Quando qualcuno sa veramente, allora si rende conto di quanto è ignorante, e se ne vergogna dentro di sé; perché sa che sino a poco tempo prima era convinto di conoscere parecchio, se non tutta la verità. 

Sono solo 3 secondi della tua giornata: non avere così tanta paura di non farcela. Questo esercizio sarà molto utile soprattutto quando ti sentirai stanco, arrabbiato e triste. In questi momenti infatti, non avrai nessunissima voglia di respirare prana, anzi, avrai un rifiuto totale che quasi ti farà odiare anche solo il pensiero di decidere di farlo. Non è normale odiare la prana, che senso ha? Chi ti sta spingendo a questo? Sebbene sembri difficile, fai un respiro cosciente di prana, e se senti il bisogno, fanne anche due. Con tua meraviglia, ti renderai conto che soltanto respirando prana non ti sentirai più arrabbiato quanto lo eri prima. Ti arriverà in mente un motivo valido per non sentirti così triste. Questo è un inizio di presa di coscienza, quel momento in cui sebbene il corpo si rifiuti e odi con tutte le sue forze il pensiero di respirare prana, tu lo fai lo stesso, e all’improvviso ti senti bene. Non leggere queste parole per poi cestinarle nella tua memoria, ma praticale davvero. Sin da ora, praticale ogni giorno, perché solo così potrai scoprire che è vero, altrimenti non otterrai mai risultati e rimarrai bloccato nello stesso identico punto in cui ti trovi ora. Lamentarsi per la pigrizia che ti impedisce di farlo non cambierà la tua posizione: se non apri gli occhi da solo, nessuno verrà ad aprirteli, nessuno proverà pietà per te a tal punto di sacrificarsi per te, ma rimarrai cieco sin quando non ti deciderai a fare uno sforzo per te stesso. 

Fine pagina 6 su 6. Se hai gradito l’articolo, commenta qui sotto descrivendo le tue sensazioni durante la lettura o la pratica della tecnica proposta. 

981 commenti
  • sole15
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    01:21 26/04/25

    Non c'entra con l'argomento in generale, ma mi sono soffermata sulla frase 'quando sai camminare, poi è facile imparare a correre'. Siccome ho difficoltà a correre e sto cercando soluzioni, mi è venuto il dubbio che in effetti non sono neanche capace a camminare (tendo a perdere l'equilibrio) e quindi la corsa non mi viene naturale. Mi ha dato un punto di vista diverso su cui lavorare per sciogliere questo 'blocco'. Mi sto accorgendo che dormendo meno la notte mi permette di mantenere di più la mia energia, anziché ogni volta svegliarmi e ricominciare da capo. Quindi perfino il semplice stare svegli ci rende più protetti. Ricordarsi di respirare prana è davvero difficile, ma è necessario per impararea stare coscienti nel low.

  • gabrielemaio
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    16:08 24/04/25

    Quando Angel scrive sembra che lo faccia per me e naturalmente non è così però si avverte il senso intimo e familiare di chi cerca di descrivere ad un proprio caro come stanno le cose, lo stato delle proprie scoperte. Intanto ho smesso di pontificare “questo è l’articolo più bello ed esplicativo” ma siccome ogni volta mi rimangio le parole stavolta mi astengo, meglio se non dico nulla 😊 di certo è uno degli articoli più difficili da comprendere. Cos’è la Coscienza? È conoscenza? Comprensione? Percezione? Forse interiorità o forse presenza. Me lo sono sempre chiesto anche io e ho sempre avuto l’impressione che essere coscienti fosse uno stato impalpabile quasi rarefatto. Impossibile da spiegare. Poi leggendo tante volte mi sono accorto che Essere Coscienti è scritto con la maiuscola ed ha quindi una doppia valenza: non solo il verbo essere seguito da un avverbio o un complemento ma potrebbe essere anche inteso come una delle qualità di un essere senziente e il suo aggettivo cioè un Essere conscio di se stesso. Questa doppio significato mi affascina e mi costringe a stare li a rifletterci. Come quando pongo l’attenzione sul respiro pranico mi accorgo che è stare nel momento. Nell’adesso. Ogni inspiro è osservato da un testimone così come ogni espiro. E il testimone sono io. Spesso ho sentito dire che la Meditazione è una cosa liquida, leggera e molle invece è completamente diversa, spietata, dura e implacabile. Sentire ogni istante dopo ogni istante dopo ogni istante senza distrazioni è la Coscienza. Almeno credo. Quello che accade dopo è personale e intimo ma di certo leggere che “..la coscienza è una lotta continua, una guerra contro l’apatia che è armata sino ai denti..” mi consola, allora è impegnativa per gli altri come lo è per me. Voglio non fermarmi mai, voglio capire. Voglio essere cosciente. Articolo tosto. Molto.

  • myzzylove
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    17:35 22/04/25

    Come sempre Angel riesci a trovare la metafora giusta per spiegare al meglio ogni argomento! Bellissima la similitudine del palazzo che rappresenta l’essere coscienti e del fatto che tutti i giorni dobbiamo ricominciare da capo a salire i gradini del palazzo, altrimenti nessuno lo farà al nostro posto. Ogni giorno il low artificiale e oscuro prova ad ostacolarci in tutti i modi possibili per non farci evolvere, per me inizia la mattina, quando mi sveglio per esempio alle 3,50 il low si insinua nei miei pensieri dicendomi ma la sveglia l’avevi messa alle 4,30 rimettiti a dormire ancora un po’, ogni giorno quando accade una cosa simile, che mi sveglio prima che suoni la sveglia ho due possibili strade, ritornare a dormire o alzarmi e iniziare subito a meditare. Ovvio che le volte che rimando poi allo scoccare della sveglia mi sento più stanca di quando mi ero svegliata e capita che se posso sposto nuovamente la sveglia per riposare ancora un po’. Invece quando mi alzo e inizio subito a meditare, mi sento più forte, la giornata scorre molto più liscia ( senza problemi, o ostacoli ) il tempo a disposizione sembra essere molto di più. Ogni giorno devo fare questa scelta e, se il giorno precedente ho iniziato più tardi farò più fatica a riprendere la buona abitudine di iniziare a meditare appena mi sveglio. Nessuno può farlo al posto mio ed è una scelta che faccio tutti i giorni. Dovrei fare quello sforzo in più ogni giorno, come quel km in più che se percorso di sicuro non mi porterà alla morte bensì ad un miglioramento! Grazie 🙏🏻

  • Stella d’Oriente
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    20:13 20/04/25

    Ieri, mia figlia mi ha fatto un discorso. Premesso che ha 39 anni, si lamentava perché trova solo amici stupidi, che vivono nell’incoscienza, a detta sua, in un mondo di beata ignoranza, ignari delle situazioni catastrofiche che ci sono nel mondo. E mi diceva che vorrebbe essere così anche lei, invece di essere una che osserva il mondo e guarda con attenzione quello che succede. Mi diceva che lei si arrabbia per le ingiustizie e le cazzate dei politici, mentre i suoi amici semplicemente se la vivono senza guardare oltre il loro naso, in un’inconsapevole beatitudine. Visto così sembra anche bello essere in un mondo ristretto. Ma prima o poi ci sbatti il naso e ti fai male. Molto meglio quindi allargare la propria consapevolezza, che sia per la situazione mondiale, come per l’evoluzione spirituale. Più cose si sanno più sono le opportunità di salvezza. Certo che oltre all’impegno, indispensabile, ci vuole anche una buona dose di coraggio per ampliare la consapevolezza, per salire gli scalini. È un continuo lasciare le nostre certezze per acquisire nuove conoscenze, che a volte possono anche spaventare. Ma non c’è altro modo. E in definitiva, credo che oltre alla costanza ci voglia anche coraggio. Prima conosci il mondo che ti circonda e prima puoi difenderti e contrattaccare. Altrimenti si rischia di arrivare tardi, quando non è più possibile rimediare, oppure sprofondare in un abisso senza manco accorgersene. Lasciamo questa vita ai Bot, e impegniamoci per cambiare il meglio il nostro futuro e quello del pianeta.

  • alessandrad'ostuni
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    09:19 18/04/25

    È proprio così, il respiro riporta alla presenza, un gesto scontato se fatto senza presenza, se invece si presta attenzione tutto cambia, il mondo cambia. Io in quei momenti mi dico "Ora sono presente, ci sono, vedo tutto con più nitidezza" esci dalla ruota del criceto. Grazie.

  • Nis
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    05:02 18/04/25

    Posso dire che è da un po di tempo che respiro cosciente e respiro Prana, sopratutto quando le situazioni si fanno difficili per calmare la mia impulsività. Mi aiuta a rimanere e vivere le momento presente ed avere una visione più ampia di quello che mi sta succedendo attorno, che esse siano buone o cattive "notizie". Vivere il momento presente, respirare Prana e domandarmi il perché certi avvenimenti accadono mi ha completamente cambiato la prospettiva di cambiare la vita 🌱

  • Kriya
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    10:18 12/04/25

    Parli per immagini, un po' come faceva Gesù, in modo che possiamo capire meglio dei concetti altrimenti fumosi e difficili da inquadrare. L'esempio della scala è molto calzante, è proprio così. Quando sali molto in alto e provi esperienze, se poi scendi tanto giù, e per di più passa del tempo, finisci per dimenticare proprio quello che hai vissuto e provato quando eri tanto in alto, e comunque se hai memoria di quel ricordo, non riesci a comprendere bene così come quando eri in quello stato di coscienza, ciò che hai provato allora. Grazie.

  • RobyOne
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    23:15 10/04/25

    In tutta onestà lo faccio spesso. In vari momenti della giornata mi fermo e penso "sono in una realtà virtuale, tutto questo che sto vedendo è finto" e respiro prana. E respiro prana anche in alcuni momenti di tristezza o di panico. Purtroppo però non mi cambia nulla....non so cosa sbaglio. Se sono triste continuo a essere triste per qualche pensiero che mi raggiunge, se sto in panico per qualche situazione magari lavorativa o qualcosa che è accaduto resto comunque in panico. E' successo ad esempio un paio di giorni fa. Siamo usciti di casa lasciando le chiavi dietro la porta e mi sono arrabbiato come non so che. Mi sono poi detto, ok, respira prana. E' tutto falso. Troverai la soluzione. Sono rimasto comunque arrabbiato e me la sono presa con la moglie che non aveva tolto le chiavi. La soluzione l'ho poi trovata anche perché era l'unica e sono poi riuscito a risolvere dopo 2 ore quasi. ma non credo grazie alla mia presa di coscienza. Mah, spero di avere delle dimostrazioni più concrete di quella consapevolezza di cui parla il documento.

  • annalisa
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    18:47 09/04/25

    Ognuno di noi è responsabile della propria evoluzione e presa di coscienza. Quanti anni persi nella totale incoscienza, vorrei poter tornare indietro e rifare tutto. Ma non è mai troppo tardi, meglio pensare al presente e al futuro e impegnarsi per diventare sempre più coscienti, presenti e spirituali.

  • Nadia
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    14:46 07/04/25

    Ho capito che cercare di essere coscienti è andare oltre ciò che il Low immette nella nostra mente facendoci credere che siano nostre volontà. Andare oltre alla pigrizia anche di Meditare con costanza e respirare Prana ogni volta che pensiamo di non averne voglia perché stanchi o arrabbiati o presi dai vari impegni facendo così passare il tempo e impedirci di evolverci.

  • georgia236
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    17:39 03/04/25

    Grazie per portare la nostra attenzione ad essere coscienti e a non aggirarci nella nostra vita come degli zombie. All’inizio devo ammettere che dimenticavo spesso di essere presente, ma quando ho cominciato a farlo, non c’è stato low che tenesse e mi sono ritrovata sempre più spesso a respirare prana in singoli respiri, ma anche per diversi minuti consecutivi in un singolo chakra. Continuerò così e, se possibile, intensificherò. Per quanto riguarda il porsi le domande, ebbene mi succede continuamente, ma il problema è darsi le risposte giuste, perché io me le do sempre, ma continuo a rifarmi la stessa domanda, evidentemente però la risposta che mi sono data non mi convince.

  • nike
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    10:25 31/03/25

    La scala verso la coscienza è un palazzo senza ascensore. E nessuno camminerà al posto tuo. Ricordo bene la prima volta che anni fa ho ascoltato questo articolo, è stato interessante e uno di quelli che mi aveva colpito di più. In particolare modo l esempio dell ascensore che trovavo pratico e molto efficace. Mi sono reso conto che provare a respirare prana sui chakra è davvero davvero difficile, quando si sceglie di fare uno sprint e si è motivati, come quando si scopre le tecniche le si usa molto e i risultati sono buoni, poi il torpore della tranquillità di tutti i giorni mista all abitudinarieta ci fa perdere motivazione, facendo calare i risultati, è lì allora che dobbiamo impegnarci di più. Personalmente, svolgo l esercizio di respirare prana dai chakra quotidianamente anche se sono capitati giorni in cui quasi me ne dimenticavo, e un calo netto rispetto alla prima settimana in cui svolgevo questa tecnica, che comunque non ho mollato. Poi mi sono reso conto ieri in meditazione di aver raggiunto livelli di velocità di pensiero alti, molto alti, rispetto a quando ho iniziato che mi permettono di vedere meglio, o diciamo, percepire meglio, cose ,che prima per me erano del tutto inconsce. Infatti me ne sono accorto, vedendo che ci sono cose che mi buttano ancora nell' incoscienza momentanea e accadono nella mia mente troppo velocemente per me. La coscienza è il prodotto finale di un percorso psichico e l addestramento spirituale, quindi, dobbiamo impegnarci molto per curare questo aspetto. Non tutti i giorni vado verso su, a volte mi sembra di fermarmi sempre un gradino indietro, ma in realtà, anche se ci sono veramente giorni più bassi, tendenzialmente sto andando verso su. Se la meditazione è uno sport, sono lontano dall essere competitivo o avere la stoffa del campione, ma quantomeno ci sto andando in palestra e sto migliorando :) grazie.

  • jessica-tta
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    07:35 31/03/25

    Un articolo letto proprio nel momento giusto... Sarà il "destino" o l energia stessa ad aprirmi gli occhi alle tue letture... Perché mi rendo conto che il low è così insistente che certo volte mi porta allo stato di pigrizia senza dare ragione al perché non riuscirci... C'è una parte di me che dice si ce la fai ma poi mi trovo d innanzi all ostacolo(che poi ostacolo non è perché in passato l ho sempre fatto con molta tranquillità) e inzia a riaffiorare nella mia testa pensieri, parole, parla da sola e allora mi blocca nuovamente... Ci ho provato anche e ce l ho fatta ma sempre con quel senso di tremolio e ansia... Mi rendo conto davvero di quanta incoscienza ancora ho ed è verissimo! MI VERGOGNO PER QUESTO...Molte volte durante la giornata, i viaggi e anche nei momenti in cui mi prende il nervosoho imparato a respirare Prana e devo dire la verità mi ha aiutata tanto... Spero di rimettermi in carreggiata senza più ostacoli rendendomi conto di quanto io sia stata ferma e incosciente per tutti questi anni. Grazie per rendermi sveglia ogni volta che io ne ho bisogno, ogni giorno con articoli perfetti per me e per tante altre persone GRAZIE

  • robertag
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    22:24 14/03/25

    Quanto è interessante e complesso l'essere cosciente. Fra l'altro ne parlavo ieri con il mio compagno, lui ogni tanto, mi prende affettuosamente in giro per la meditazione e la ricerca spirituale che ho messo in atto da diversi anni. E diceva che lui non è uno schiavo, lui è libero! Ovviamente io con lui scherzo in modo giocoso, anche se penso che alla fine ne parli anche per avere qualche spunto su cui riflettere. Comunque io so ormai da tempo che sono schiava, nel senso che non sono libera di gestire la mente, gestire il grado di presenza, ho fatto e faccio esercizi semplici come quello proposto da te e per esperienza affermò che ho poco controllo, rispetto all'inizio penso di essere salita pochino (che è già un buon risultato a mio avviso) ma salire richiede, come tu spieghi costanza continua e determinazione! Una cosa la voglio aggiungere, quando sono nel low mi è capitato di ritrovarmi ad avere bisogno di prana e mi sono messa a respirare, non mi ero prefissata di farlo né ho sentito solo la necessità e l'ho fatto. Ora vediamo quante volte lo faccio ora che me lo prefiggo. 😉

  • saraf-gastaldelli
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    14:34 27/02/25

    Credo davvero che tutto si giochi nella nostra presenza. Difficilissimo, è la sfida più grande, ma da lì parte ogni cosa. Il suggerimento di ricordarsi di respirare prana 3 volte al giorno credo sia molto valido. Personalmente per questi esercizi mi aiuto con i promemoria nei primi tempi! grazie