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Il grave controllo della Telepatia Artificiale (1 parte)

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Nel volume precedente ti ho spiegato che cos’è la Telepatia Artificiale e come essa funzioni, ponendo l’esempio di youtube. La Telepatia Artificiale può unire il pensiero di due persone, ma può condurre la comunicazione anche da tecnologie a menti di persone. In altre parole, un computer può comunicare telepaticamente con una persona, e viceversa, attraverso tutte le nanotech inserite nel cervello umano che hanno lo scopo di rendere le nostre menti sempre più controllabili dal Governo, privandoci completamente della privacy (non potendo neppure pensare senza essere ascoltati e guardati dall’interno) e ricostruendo le nostre reti neurali attraverso le stesse nanotech. Loro possono guardare dai nostri occhi e ascoltare dalle nostre orecchie, se vogliono. Quando ero piccola mi capitava spesso che mi tornassero alla mente dei ricordi in cui alcuni uomini mi posizionavano davanti una macchina, che proiettava i miei pensieri e i miei sogni attraverso filmati-video su uno schermo. Per tanti anni ho pensato che fossero semplicemente ricordi di sogni, speravo che non fossero ricordi di eventi realmente accaduti. Col senno di poi mi resi conto dopo che quelli non erano sogni, poiché è esattamente ciò che stanno facendo oggi: proiettare i nostri pensieri e i nostri sogni su uno schermo, ricreandoli attraverso le immagini IA. D’altra parte si tratta di tecnologie utilizzate da molto più di un secolo, ma che oggi agli occhi della gente pare ancora strano. Quindi nei decenni quelle tecnologie sono state decisamente aggiornate. 

Eppure tutti, oramai, si stanno accorgendo delle “casualità” che stanno accadendo nelle proprie giornate, sempre più ripetute, tanto da diventare molto fastidiose. Mi riferisco a quelle casualità in cui dici qualcosa a voce, magari mentre stai parlando in confidenza con il tuo compagno di vita, e poco dopo sul tuo cellulare compare la pubblicità di quel prodotto che hai nominato, di quella città in cui vorresti viaggiare, o video di quell’argomento che hai appena citato. Succede una volta, succede due volte, succede ogni singolo giorno, per forza di cose inizia a darti fastidio. Siamo passati ad un livello di anti-privacy così folle, e così rapidamente invasivo, che non abbiamo avuto neppure il tempo di lamentarci di essere spiati riguardo a ciò che scrivevamo sul cellulare, che ora veniamo spiati riguardo a ciò che pensiamo nella nostra mente, che ormai parlare di come ci spiano sul cellulare sembra quasi il minore dei problemi e come se non fosse più tanto grave. Invece rimane eccome grave, solo che i livelli successivi a cui si sono spinti rapidamente sono talmente folli che rendono difficile alla maggior parte della gente capire come reagire, o cosa fare per farli smettere. Ricapitoliamo un attimo i livelli che sono stati toccati, anche se molto rapidamente, dall’anti-privacy attraverso le tecnologie sino ad arrivare ai progetti che stanno portando avanti oggi, dal Governo contro di noi. 

Prima sono passati dallo spiare le nostre cronologie di ricerche su internet. Per esempio, se sul tuo browser cercavi “bicicletta in offerta”, guardavi le varie opzioni e poi ad un certo punto chiudevi tutte le pagine, essendo tu solamente curioso della bicicletta (ma che magari non volevi neppure acquistare, era soltanto per curiosare i prezzi) ecco che i giorni seguenti, qualsiasi sito avessi visitato, avresti trovato come banner pubblicitario quello sulla bicicletta che avevi guardato in precedenza. E ovviamente succede tutt’oggi. All’inizio si trattava di tecnologie poco conosciute, quindi non pensavi che quella pubblicità ti stesse perseguitando, ma pensavi invece che quei siti avessero impostato dei banner pubblicitari sulle biciclette! E che tutto fosse solamente un caso. Invece, quei siti impostano dei “banner a specchio”, ossia dei banner che però neppure i siti in questione sanno di che banner si tratti (in quanto le pubblicità non le scelgono loro, ma le aziende proprietarie dei banner).

Questi banner a specchio riflettono ciò che il singolo utente, entrando su quel sito, ha già cercato in precedenza su altri siti e dunque gli ri-mostra le sue ricerche nel tentativo di convincerlo ad acquistarle. Della serie “ti sei dimenticato di volere la bicicletta? Te lo ricordiamo noi, ripetendotelo più e più volte, così sarai convinto ad acquistarla!” e quindi a spendere soldi e tutto il resto. Si tratta di un metodo di vendita molto invasivo, è come un Promoter che ti vuole vendere una macchinetta del caffè e, anche se non la vuoi, lui ti rincorre in ogni negozio del centro commerciale che visiti (pur non essendo i suoi negozi) per tentare di convincerti a comprare quella maledetta macchinetta del caffè. È talmente invasivo che anche quando esci dal centro commerciale, e ti fermi ad un bar là vicino, ecco che il Promoter entra nel bar e tenta ancora di convincerti ad acquistare quella macchinetta. Questo è ciò che fanno i banner pubblicitari: si tratta di pubblicità molto invasiva, perché quando esci dal sito di acquisti, e ti dirigi verso un sito di ricette, oppure un sito di animali, e quindi tutt’altro sito, troverai ancora quel banner pubblicitario che tenterà di venderti la bicicletta che stavi guardando tanti giorni fa. È una pubblicità eccessivamente invadente. Poi l’anti-privacy si è alzata di livello. Prima spiava “solo” le tue ricerche, le tue cronologie, tuttavia potevi pensare che fosse “poco invadente” dal momento in cui ti riproponeva mille volte il prodotto che tu per primo avevi cercato la prima volta. Si tende quindi a giustificare l’anti-privacy dei banner pubblicitari invasivi sostenendo che comunque la prima ricerca l’abbiamo fatta noi, dal nostro pc o dal nostro cellulare, quindi “non è poi così grave”. Il problema non è che il sito di biciclette ci ripropone la bicicletta che abbiamo già guardato; il problema è che se chiudi la finestra di quel sito di biciclette, e ti dirigi verso tutt’altro sito, come ad esempio quello sugli animali, o quello sui viaggi in aereo, ti riproporrà di nuovo la bicicletta. 

Ciò che sta succedendo concretamente è che il tuo computer non è il tuo, perché ciò che scrivi sul tuo computer o suo tuo cellulare non lo stai leggendo solamente tu, ma lo stanno leggendo anche “altri”. E chi sono questi altri??? E perché hanno il diritto di leggere ciò che noi scriviamo sul nostro cellulare privato se, in teoria, esso è solo nostro, giacché lo paghiamo con i nostri soldi e costa pure tanto? Quindi noi compriamo un cellulare, compriamo una sim intestata a nostro nome, paghiamo ogni mese le ricariche telefoniche o gli abbonamenti per usare le telefonate oppure la connessione wi-fi, e nonostante tutte queste spese il nostro cellulare non è davvero nostro ma può essere spiato e controllato da chiunque voglia, a nostre spese? Quindi noi paghiamo uno strumento che serve a qualcun altro per avere il totale controllo degli affari nostri. Spiare le nostre cronologie significa di base spiare i nostri pensieri, perché ogni volta che svolgi una ricerca sul web, per esempio su una bicicletta, significa che stai pensando che potresti comprarne una; poi che la voglia comprare subito o per il futuro, che la voglia comprare per te o per la tua nipotina, non importa, comunque di base significa che probabilmente ne vorresti comprare una. Quindi stai esponendo il tuo pensiero direttamente sul web. Se su internet svolgi delle ricerche su delle case in affitto, significa che stai pensando di cambiare casa, ora o in futuro, ma ci stai pensando, e quindi stai esponendo il tuo pensiero direttamente sul web. Se su internet svolgi delle ricerche su come dimagrire, significa che pensi di essere ingrassato/a e che avresti bisogno di perdere peso; non importa poi se davvero ti metterai a dieta o se sono quelle attività che dici di voler fare ma poi butterai nel dimenticatoio… perché intanto significa che pensi di essere ingrassato e che avresti bisogno di una dieta, esponendo i tuoi pensieri sul web, dove possono essere letti da qualcun altro a tua insaputa. Quel qualcun altro sapendo che pensi di essere fuori forma (e magari neppure è vero, però tu lo pensi ed è ciò che conta) potrebbe approfittare di quei pensieri negativi su te stesso e potenziarli artificialmente, come potrebbe aumentare artificialmente il tuo disturbo fisico e farti ingrassare ulteriormente per farti entrare in un limbo difficile da uscire. 

Nel mentre ti proporrà soluzioni “magiche” come pasticche dimagranti (che sono piene di sostanze che vanno a bloccare le sensorie e la psichicità, oltre che piene di nanotech sintetiche) attraverso banner pubblicitari che ti compariranno sino allo sfinimento, ma che ingenuamente penserai che sia “una bella casualità” che siano comparse proprio quando stavi cercando una soluzione per dimagrire. 

Ma cosa ti spinge a pensare che la soluzione giusta siano quelle pasticche dimagranti? Gli stessi che leggendo i tuoi pensieri (giusti o sbagliati che siano) riguardo alla convinzione che tu sia ingrassato ti potenzieranno quell’ossessione artificialmente affinché tu creda di essere molto, molto più sovrappeso di quanto sia realmente, e ti sentirai costretto ad una soluzione rapida e forzata come appunto le pasticche dimagranti. Tutti sanno che non funzionano e che ottengono risultati ben peggiori, però penserai, chissà come mai, che con te funzioneranno e che anche se costano tantissimo vale la pena provarle. Questi pensieri non saranno tuoi ma ti sono stati imposti da chi vuole che acquisti e che ti nutri di “alimenti” sintetici, che contengono nanotecnologie all’interno e ti rendono ancora più adatto alla comunicazione artificiale fra umano-computer. Ed ecco che il cerchio si completa perché tutto questo permetterebbe al Governo di entrare molto di più nella tua mente e spiare i tuoi pensieri e quindi conoscere meglio ciò che vuoi fare o comprare, ancor prima che tu lo scriva sul web. 

Arrivati a questo punto, spiare la nostra cronologia privata non bastava più, c’era bisogno di alzare l’asticella. È bene chiarire che Oggi molti dei ruoli di spionaggio virtuale vengono effettuati dall’IA, ma è bene chiarire che l’IA non può fare tutto da sola ma viene costantemente controllata da operatori che lavorano per le agenzie proprio per controllare che i dati della gente vengano raccolti correttamente. Tuttavia, sino a pochi anni fa era un lavoro ricoperto quasi totalmente dagli operatori (gli stessi, per intenderci, di call center che ti chiamano mille volte per raccogliere dati su di te, ponendoti mille domande mentre tentano di venderti qualcosa; intanto raccolgono info su di te senza che te ne accorgi!), il che è anche più grave, quindi non sottovalutiamolo. Troppi si dimenticano che gli operatori di call center come gli operatori che vendono o promuovono altre attività, come i milioni di operatori che lavorano dentro a fb, o dentro youtube, o dentro google, sono persone fisiche che hanno il dovere – da contratto firmato! – di tenere la massima riservatezza riguardo il proprio lavoro, non potendo raccontare in giro di lavorare all’interno di fb o all’interno di youtube (non mi sto riferendo agli youtuber, che è un’altra cosa! Bensì a chi lavora dentro il pannello amministrativo e gestisce le funzioni nascoste di youtube!), proprio per evitare che trapelino notizie. Tuttavia, comprenderai bene che tutti coloro che lavorano su fb, o su youtube, noti per le loro violazioni alla privacy e per leggere le chat private e per vendere i dati privati a terzi (tra cui, ovviamente, il Governo per cui lavorano) sono anche molto facilitati a spiare il tuo profilo personale nel caso volessero. Se il tuo vicino di casa o il tuo ex fidanzato o chiunque si voglia oggi lavora all’interno su fb, egli può – solamente conoscendo il tuo nome e cognome, oppure il tuo nick sui social, oppure soltanto il tuo ip – risalire al tuo profilo e non solo accedere a tutte le tue informazioni private (che tu credi di aver messo “private” o “visibili solo agli amici” da te scelti) ma anche accedere alle tue chat private, e via discorrendo. Il tutto serve al Governo per poterti spiare costantemente, ma nel frattempo anche un semplice individuo ossessionato da te, o curioso, o che ti invidia, come l’ex del tuo fidanzato attuale o quella persona che hai visto una sola volta nella vita ma che si ricorda il tuo nome, o che sa come rintracciarti (per esempio guardando gli amici degli amici del suo amico, trovando così il tuo profilo riconoscendoti dalle foto che posti!) può accedere al tuo profilo e spiarti. 

Per farti comprendere quanto la nostra “privacy” non esista più, ti racconterò un aneddoto della mia vita che ti permetterà di chiarirti le idee riguardo al fatto che chiunque può realmente fare ciò che vuole con i tuoi dati. 

Un bel po' di anni fa, quando stavo ancora in una vecchia casa, per un certo periodo mi ritrovai ad avere problemi di connessione con il vecchio gestore internet con cui avevo il contratto. Tieni conto che io stavo nel nord Italia anche se apparentemente potrebbe sembrare che non c’entri nulla. Continuavo ad avere problemi alla connessione internet, così iniziai a chiamare gli operatori dell’assistenza per farmi risolvere il problema, ma loro continuavano a dire che non c’era nessun errore, che andava tutto bene, che non vi era alcun problema di connessione. Gli ripetevo di avere problemi di connessione, non me lo stavo di certo immaginando! Ma loro continuavano, tutti quelli con cui parlavo, diverse persone ogni volta, a sostenere che nei loro computer risultava che non ci fosse nessun problema di connessione e quindi che mi stavo sbagliando. Ma come fa una persona a sbagliarsi o ad immaginarsi di avere problemi di connessione? La loro soluzione era connettermi a internet e visitare il loro sito web, ma dovevo spiegare loro – decerebrati – che non potevo connettermi al loro sito giacché non mi connetteva internet! Chiedevo loro quantomeno di controllare il mio modem, magari mandandolo in assistenza avrebbero scoperto che era rotto, oppure che c’era qualcosa che non andava nelle antenne vicino a casa mia (periodo in cui ancora non sapevo che i problemi delle antenne dopo che ci praticavo.. erano eventi buoni; parliamo ancora di tanti anni fa) e loro alla fine mi rispondevano tutti che secondo il loro computer la connessione e il modem andava benissimo (mai controllato dal vivo! Lo controllavano da remoto e secondo loro funzionava bene..) e che io, in poche parole, me lo stessi immaginando. 

Alla fine, dopo tante, tantissime telefonate, mi arresi, e mi tenni un modem non funzionante; così lo spensi e via, utilizzai il telefono come modem, seppure l’abbonamento annuale era già pagato e loro non volevano saperne di assistermi, restituirmi il denaro speso, o aggiustarmi il modem. Avevo quel modem a casa, che non funzionava o quantomeno non mi permetteva di connettermi a internet, quindi era completamente inutile. Un giorno, parecchi mesi dopo, non ricordo neanche quanto tempo passò, parlando con una studentessa praticamente appena conosciuta, mi rivelò di lavorare proprio per quell’azienda con cui avevo il contratto della connessione a internet. Così, chiacchierando, le raccontai l’aneddoto, tanto per parlare, naturalmente pensando che lei non avrebbe di certo potuto fare nulla per cambiare la situazione, gliene parlai soltanto per fare due chiacchiere. Al che lei mi chiese se volessi una mano per ristabilire la mia connessione internet. Per assurdo, pensando che oramai ci avevo già provato mille volte con mille operatori diversi, quasi stavo per rifiutare, dicendole che tanto non serviva a niente dato che nessuno era riuscito a risolvermi il problema, quindi non c’era bisogno che ci provasse. Inoltre non sapevo quali dati avrei dovuto fornire a quella persona che comunque avevo appena conosciuto, per tentare di ristabilirmi internet, e che magari poteva essere solo una scusa – quella di aiutarmi – per farsi gli affari miei. Per quanto sia brutto da dire, tantissime persone ogni giorno cercano di approfittare di me con le scuse più assurde, anche fingendo di volermi aiutare o voler farmi del bene, quindi devo sempre prestare attenzione e non essere ingenua. Tuttavia mi rincuorò sapere che non dovevo fornirle praticamente nessun dato, perché lei sosteneva di poter rintracciare la mia connessione internet (quindi la mia abitazione, il mio indirizzo, e la precisa connessione che utilizzavo io) attraverso solamente il mio nome che già aveva. Naturalmente sapevo che l’anti-privacy esisteva già allora, ma fu interessante avere questa ennesima prova.

Prima che lei facesse qualcosa io riprovai ad accedere alla connessione internet ma ovviamente ancora una volta non andava, seppure avessi pagato l’abbonamento per tutto l’anno (che gli operatori non volevano risarcirmi!), quindi ovviamente non era un problema di pagamento in rosso, ma era la linea che non andava. Questa studentessa tornò nella sua città nel sud Italia e il giorno dopo andò al lavoro, appunto nell’azienda di telefonia e internet per cui lavorava da operatrice. Mi chiamò al telefono chiedendomi di accendere il modem in quanto le risultava dal suo computer che ce lo avevo staccato; ovviamente era vero, neppure il tempo di andare a lavoro che già si era connessa al mio indirizzo e poteva vedere dal suo computer la situazione della mia connessione ad internet, senza che neanche io le dessi il mio indirizzo di casa o altre info. 

Quindi sotto sue direttive attaccai alla corrente il modem, e lei mi disse che ora le segnava che il modem era acceso. Mi disse di attendere qualche minuto e che la mia connessione a internet avrebbe ripreso a funzionare. Ci voleva solo qualche minuto? Mesi e mesi a chiamare mille operatori per “aggiustarmi” la connessione, e lei ci avrebbe messo solo qualche minuto? Era assurdo e quasi non ci credevo, oramai ci avevano provato in mille! O meglio, gli operatori mi avevano detto di averci provato, ma compresi poi che non era affatto vero. Ebbene, pochi minuti dopo la connessione andò a buon fine e potei riutilizzare, da quel giorno, tutti i giorni la connessione ad una velocità perfetta, addirittura migliore rispetto alla velocità con cui andavo in passato! Le chiesi cosa avesse fatto, e lei semplicemente mi rispose che “qualcuno” mi aveva volontariamente bloccato la connessione a internet, al fine di impedirmi di utilizzarla, e che lei semplicemente tolse quel blocco e cliccò su un aggiornamento per potenziarmi la velocità, in quanto la velocità poteva essere potenziata o diminuita solamente cliccando dei bottoni. Il tutto lo fece dalla sua città, dal sud Italia, mentre io mi trovavo al nord, e teoricamente lei non avrebbe dovuto sapere dove abitavo o cosa facevo, eppure lei poteva “spiare” queste informazioni su di me solamente avendo una minima info su di me. 

Quella donna nonché mia studentessa mi spiegò che dietro agli aggiornamenti di internet vi sono soltanto un mucchio di truffe, cioè gli operatori ti dicono che se paghi di più possono aggiornare la tua connessione e renderla migliore, ma in realtà sono gli stessi operatori che prima di telefonarti, per qualche giorno abbassano la velocità della tua connessione e quindi riducono la velocità per cui tu stai già pagando l’abbonamento, e poi qualche giorno dopo ti chiamano chiedendoti di pagare di più per avere una connessione maggiorata, ma che in realtà è la stessa identica connessione che avevi già pagato per anni! Qualcuno bloccò la mia connessione ad internet per dispetto o per altre ragioni, e lei semplicemente tolse quel blocco, e tolse anche i “rallentatori” di velocità che qualcuno aveva messo nella mia linea, restituendomi la velocità di connessione per cui io già stavo pagando da tempo. 

Questo aneddoto ti permette di capire innanzitutto che non c’è bisogno di dare tutti i tuoi dati a chiunque perché possano fare qualcosa: è talmente facile per gli operatori rintracciare i tuoi dati (che tu hai dato o messo in giro anche moltissimi anni prima!) andandoli a pescare anche da altre aziende (per esempio dall’azienda con cui hai firmato il contratto delle utenze luce e gas, oppure con la compagnia telefonica, oppure con il nome con cui hai intestato la tua casa, e via discorrendo) e da quei dati che tu credi di non aver dato all’operatore – ma che troverà facilmente da altre fonti – lui o essi potranno a tua insaputa fare ciò che vogliono. Difatti inizialmente non sapevo chi mi avesse bloccato la connessione internet e da quanto tempo (sebbene poi sia andata ad attaccarlo psichicamente così forte per ricordargli bene che se lui voleva giocare a farmi dispetti, anche io potevo diventare molto dispettosa, facendo sì che se lo ricordasse a vita.) o per quale ragione, ma lo aveva fatto sicuramente rintracciando i miei dati senza che io mi fossi resa conto di averli dati, non a lui, ma ad altre aziende da cui poi lui ha attinto le mie info private. 

La fortuna ha voluto che successivamente conoscessi quella persona che divenne mia studentessa e che si offrì di aiutarmi, scoprendo tutto ciò che c’era dietro quell’apparente guasto alla mia connessione internet che invece nascondeva molto di più. Anche lei, una persona appena conosciuta, a cui apparentemente non diedi altre informazioni sul mio conto se non il mio nome che già conosceva presentandoci, riuscì invece a risalire alla mia abitazione, quindi scoprire dove abitavo, quale fosse la mia casa, scrivendomi il mio indirizzo (e ovviamente prendendoci al volo, alla perfezione) e scegliendo di risolvere un problema “tecnico” sulla mia connessione seppure io non fossi sua cliente e lei non guadagnasse nulla nel risolvere quel problema. In altre parole, non era un’operatrice dell’assistenza che chiamai io per risolvermi il problema, ma era una persona esterna che scelse di sua volontà di ricercare sulla banca-dati le mie info private e accedere alla mia connessione per risolvermi il problema. Questo evento ormai accaduto più di dieci anni fa mi aprì tanto gli occhi e mi permise di rendermi conto che veramente chiunque potrebbe accedere alle nostre info e, per esempio, far guastare gli oggetti tecnologici dentro casa nostra, oppure aggiustarli se volesse… ma di solito queste sono conoscenze che vengono utilizzate più per danneggiarci, che per aiutarci. 

Così, è molto più probabile che un ex o una persona invidiosa si connetta alla nostra rete per guastare le nostre tecnologie per dispetto, e non il contrario. Queste “idee geniali” arrivano più per invidia, che per altruismo. Ad ogni modo, fui molto felice che la mia connessione ad internet fu ristabilita, e mi impegnai molto di più a tenere riservati i miei dati personali. Nonché ciò che insegno a tutti i miei studenti di fare, e che ribadisco più e più volte. Non bisogna essere ingenui, e bisogna capire invece che i nostri dati hanno un immenso valore e possono essere costantemente utilizzati contro di noi anche da chi meno ci aspettiamo. Ci sono occasioni in cui è diventato molto difficile non rivelare i propri dati sensibili, per esempio quando firmi il contratto con le utenze stai dando molti dei tuoi dati che poi non resteranno alla sola azienda di fornitura gas o elettricità o acqua, ma verranno ovviamente resi pubblici a tutti coloro che sapranno un minimo ricercare e ottenere quelle info su di te. Ciononostante ci sono tantissime altre situazioni in cui non è davvero necessario che tu dia i tuoi dati personali, anche se gli operatori, i promoter, o chiunque tu abbia davanti, ti spingeranno a credere che tu sia costretto. Non è così! E quando puoi, è fondamentale che tu scelga sempre di non dare i tuoi dati sensibili. Molte persone, giustamente, intestano le bollette tutte a nome di un singolo di casa, così da evitare di dare i nomi e dati personali di tutti i presenti. Come per esempio tante persone utilizzano la stessa “carta fedeltà” dei supermercati o negozi, intestandole tutte ad un solo componente di famiglia e poi passandosela per utilizzarla in più persone quando ne hanno bisogno. Anche questo è un modo furbo per evitare di dare tutti i dati privati di tutti i familiari. Ancora, molte persone intestano i numeri di cellulare ad una sola persona di casa, sebbene tutte quelle sim non apparterranno a lui ma verranno utilizzate da altri componenti della famiglia. Tutte queste persone ovviamente fanno bene! Tutto ciò vorrebbe essere bloccato dal Governo (e ci sta già provando da tempo!), e ci riuscirebbe definitivamente con il chip sottocutaneo, per far sì di bloccare tutti questi “passaggi” e far sì che ognuno possa utilizzare solo ciò che è a proprio nome; il che significa che arriveremo al punto che un figlio non potrà andare a fare la spesa con i soldi di sua madre, ma prima ci dovrà essere un passaggio di denaro dal chip della madre al chip del figlio, con tanto di causale ben spiegata nel dettaglio, per poi permettere al figlio di andare a fare la spesa per sua madre. 

Questo è soltanto un esempio per comprendere dove il Governo vorrebbe farci arrivare, e che dobbiamo ovviamente evitare. 

Fine pagina 6 su 6. Se hai gradito l’articolo, commenta qui sotto descrivendo le tue sensazioni durante la lettura o la pratica della tecnica proposta.

0 commenti
  • Gianmarco
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    14:45 19/05/24

    Questa tua testimonianza Angel ci deve far aprire ancora di più gli occhi e comprendere che oggi la privacy non esiste più e non bisogna essere sciocchi credendo il contrario o peggio fregarsene perché "tanto ormai loro hanno già i nostri dati e quindi è inutile", perché questo è un pensiero molto negativo infilato dal Governo per farci abbassare la guardia e fare molto di peggio. Purtroppo è un pensiero che ho sentito uscire dalla bocca di diverse persone e quindi è più grave del previsto! Il Governo vuole proprio questo, che noi abbassiamo la guardia e che siamo apatici nei confronti di queste cose non dandoci troppo peso, e nel frattempo loro prendono sempre più informazioni sul nostro conto entrando non più soltanto nella nostra quotidianità, ma ancora peggio nella nostra mente! Soltanto noi possiamo combattere per la nostra privacy e possiamo farlo con determinate scelte che poi si tramuteranno in sane abitudini quotidiane, che possono andare solo a nostro vantaggio. Non mi faccio piegare a questo pensiero di Apatia dilagante del "tanto non ho nulla da nascondere" o peggio "tanto ormai hanno già i nostri dati", a maggior ragione adesso che sto scoprendo ancora più informazioni a riguardo grazie a te Angel. Oggi una delle prime cose per cui dobbiamo lottare è proprio la nostra privacy, cosa che il Governo sta cercando di distruggere su tutti i fronti. Il Governo ci infila questi pensieri di Apatia apposta per farci abbassare la guardia e infine cedere, ecco perché bisogna essere forti e impassibili da subito e non farsi fregare.

  • rob17
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    13:57 19/05/24

    Da anni ho notato che parlando di qualche cosa poi arrivavano sul cellulare o sul pc pubblicità inerenti quell'argomento. Hai ragione cellulari, pc, e altro noi li paghiamo , ma non sono i nostri sono strumenti di spionaggio che noi stessi decidiamo si usare. I A con operatori che controllano hanno il costante aggiornamento dei dati che gli diamo volenti o nolenti. Sicuramente i nostri dati sono a disposizione di tutti, lo vediamo ogni giorno e sempre peggio, la nostra privacy è solo una parola, ma seguendo i tuoi consigli possiamo limitare i danni.

  • dolores
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    13:45 19/05/24

    Da un po' di tempo e' davvero impressionante notare come sanno tutto di noi e poi non rendersi conto di quanto si diventa anche ridicoli parlare con Alexa tanti anche come compagnia la usano oppure parlare in auto con il bluetooth se ce qualcuno che ci guarda sembra che stiamo parlando da soli magari posso capire telefonate importanti mentre non possiamo proprio rispondere tante cose davvero superficiali da evitare qualcuno si lamenta pure di avere spesso mal di testa e si dimenticano di come e' bello stare in silenzio qualche volta o abbandonare le frequenti tecnologie il solo pensiero di un microchip mi fa veramente riflettere a lungo

  • Antonella
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    13:32 19/05/24

    La tecnologia aliena si è molto evoluta in questi ultimi anni, dimostrando nei fatti di aver acquisito dominio in tutto e per tutto nelle nostre vite, ed il peggio è che la maggioranza della gente ne è totalmente ignara, e quindi non fa nulla, o ben poco per fermare i loro piani. E' solo grazie ad Angel che stiamo scoprendo i metodi che il Governo utilizza per invadere la nostra privacy, di tutti i cittadini, utilizzando tecnologie sempre più raffinate e affinate allo scopo di ottenere sempre più informazioni su ogni singolo dettaglio della nostra vita e quindi acquisire sempre più potere su di noi, e questo va assolutamente fermato, per evitare che tutto ciò e il peggio accada. Grazie infinite Angel!

  • Sara
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    09:50 19/05/24

    Questo documento è molto importante e gli aneddoti che hai raccontato ci fanno riflettere ancora una volta sulla mancanza di privacy nelle nostre vite. Siamo spiati in tutto quello che facciamo, in ogni movimento che compiamo, e anche nei nostri pensieri. Tra l'altro proprio qualche giorno fa, avevo cucinato dei broccoli e mi stavo chiedendo se anche il mio cane li potesse mangiare, così ho preso il cellulare e ho digitato "il cane può..." e la prima frase che mi veniva suggerita in automatico fu proprio "il cane può mangiare i broccoli".... come se fosse un'informazione scontata da cercare... era ovvio che mi avevano ascoltata... Episodi come questo e come quelli che hai condiviso ci fanno comprendere la gravità della situazione e ci fanno capire quanto dobbiamo opporci e lottare per riavere la nostra libertà, a partire proprio dal distaccarci dalle tecnologie che ci circondano per quanto ci sia possibile evitando di tenerle accese o vicine quando non ci servono, imparando ad usare i contanti anziché le carte, evitando di condividere le nostre informazioni sui dispositivi elettronici, e via così... Non dobbiamo regalare al Governo le nostre informazioni perché tutti lo fanno, non è normale e non è giusto... ti ringrazio tantissimo Angel per tutte le informazioni che condividi con noi!

  • Klass
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    06:13 19/05/24

    Tutti i tuoi moniti sull'importanza della privacy sono utili e aiutano a renderci conto di quanto sottovalutiamo l'importanza di tutti i nostri dati sensibili, siccome ormai siamo abituati a dover dire tutto di noi stessi e a ignorare il fatto che tutti questi dati che noi diamo con estrema semplicità sono davvero importanti per qualcuno che può davvero utilizzarli per fare ciò che gli pare, dallo spiarci al bloccarci la connessione di internet. Sottovalutiamo una cosa che per il governo è importantissima e infatti mai come adesso si parla di " privacy" e " politica della privacy" quando di privacy ne abbiamo praticamente zero, e sono stati furbissimi perché con l'utilizzo dei social network il concetto di privacy ha cambiato completamente significato e siamo noi ormai a dare informazioni su noi stessi ogni minuto della giornata. Questo scritti sono importanti per rendersene conto e cambiare direzione. Grazie Angel

  • Prendiluna
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    22:23 18/05/24

    E' vero anche io molti anni fa ingenuamente pensavo che i banner che apparivano fossero casuali ma ci è voluto davvero poco a fare 2+2 perchè ti perseguitavano ovunque tu cliccassi, ed oggi è del tutto normale non farci più caso, c'è chi pensa addirittura che sia bello che l'IA filtri per te quello che più potrebbe interessarti. Intorno a me non vedo gente infastidita da questa violazione della privacy, non capiscono dove possa arrivare tale strumento. Si è arrivati ad un punto in cui i nostri dati sono alla mercé di tutti e dovremmo tenerceli più stretti. Ieri per esempio mi sono sentita molto stupida, stavo prenotando un ritiro di un collo al corriere il quale mi chiede i dati, indirizzo, email e data di nascita. Data di nascita? Ma perché? Potevo rifiutarmi e invece come una cretina gliel'ho fornita. Devo stare più attenta perché ti fanno sentire come se stessi nascondendo qualcosa se ti rifiutassi di fornire loro le informazioni, ma quella al corriere non serviva proprio.

  • Ric.
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    21:45 18/05/24

    Altro articolo molto ma molto importante! Io mi rendo conto veramente solo ora di quanto io abbia diffuso i miei dati in lungo e in largo. Prima utilizzavo una mail che davo costantemente in tutti i siti in cui mi iscrivevo, poi hanno iniziato a chiedere il cellulare e così ho smesso di essere in pace, poichè tra di loro tutti si passano tutti quanti i dati, a prescindere che si flagghino caselle di consenso, o meno! Per quel che riguarda internet, la storia raccontata da Angel non mi ha troppo stupito, poichè ho subito gli stessi effetti anche io, molte e molte volte. In particolare, vivendo anche io in periferia, succede che quando si cambia operatore, facendo la famosa prova dei 14 gg gratuiti la velocità coi nuovi va alla grande. Poi da un giorno all'altro cliccano quel famoso pulsante e la connessione rallenta fino quasi a fermarsi. Questa cosa funziona sia con la linea fissa, sia con schede sim che ho acquistato personalmente o che magari hanno anche intestatari diversi: sostanzialmente prendono il segnale internet sempre sullo stesso luogo, quindi dopo un po' me lo abbassano anche da rete mobile! Che disdetta, quanti regali facciamo ogni giorno della nostra vita! Grazie ancora una volta Angel per tutte queste importantissime informazioni!!!

  • Cassidy
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    10:55 18/05/24

    Questo documento mi ha ricordato molte cose, anzitutto non sapevo che loro potessero depotenziare la nostra connessione per poi, bastardi, proporci un piano tariffario differente per aumentare la velocità (riportandola come prima in sostanza). L’esempio personale descritto dalla Maestra mi ha fatto provare molta rabbia e astio nei confronti di queste persone difatti sono stata felicissima di leggere che hai poi dato una lezione (psichicamente) a chi era la causa di questo disagio subito, la nostra Maestra è la migliore!!! Io avrei distrutto psichicamente ogni elettrodomestico presente in casa di colui che mi ha creato il disagio, oltre a dargli una ripassata fisicamente. Così impara a fare lo stronzo contro chi può esserlo più di lui! Sapevo che purtroppo questi operatori da remoto e a distanza possono fare tutto, per esempio lo stesso vale con la luce e il gas, il gas possono staccarlo da remoto e poi far venire qualcuno a mettere i sigilli. Cioè ormai tantissime cose vengono fatte da remoto e loro vedono in tempo reale la nostra situazione, lo so perché il nostro wi-fi ha spesso problemi e loro da remoto vedono cosa sto facendo e cosa clicco. Ad ogni modo mi viene anche da riflettere quando ho dovuto fare (specie post Accademia) un sacco di test online (concorsi o esami) e, chissà come mai, il wi fi smetteva sempre di funzionare e mi andava in tilt creandomi un’ansia e un disagio estremo perché spesso in queste situazioni non aspettano chi ha problemi di linea ma lo bocciano direttamente. A volte non potevi neanche usare il telefono come hotspot e notavo che qualcuno si divertiva a farmi saltare il wi fi…mi sarebbe piaciuto fare esplodere il computer in “faccia” a queste “persone”. Grazie per questa lezione Maestra

  • Jupiter
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    08:32 18/05/24

    È proprio così con l'andare degli anni non sappiamo più cosa significa veramente la parola privacy, or.ai chiunque può sapere tutto di noi ci sono telecamere ovunque e siamo spiati giorno e notte.. Riguardo al chip sottocutaneo avevo letto di quel tipo che era andato a farselo impiantare nella mano così diceva che non doveva più portare con sé carte di credito o contanti per pagare quello che acquistava , davvero allucinante Si dovrebbe stare molto attenti alla diffusione dei nostri dati privati ma al.giorno d'oggi è molto difficile perché per alcune cose tipo la.salute quando vai in ospedale ecc sono essenziali per accedere. Grazie per queste informazioni che possono essere utili a tutti.

  • Salvuccio
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    17:52 17/05/24

    Tre mesi fa' ho acquistato dal web un prodotto che mi ha permesso un risparmio economico ragguardevole, ma ancora oggi, nonostante sia trascorso tanto tempo dal suo acquisto, sono invaso da una pubblicità martellante e invasiva di diverse marche del prodotto precedentemente cercato. Addirittura capita spesso che è la stessa azienda dove ho acquistato il prodotto che nuovamente mi ripropone la medesima vendita. Incredibile, ma vero! Quante volte mi vogliono rivendere lo stesso prodotto? E dov'è andata a finire la privacy? Non Esiste! Come si evince dall'esempio non è solo un discorso tra l'acquirente del prodotto e il venditore che avrebbe dovuto troncare già la sua invasione pubblicitaria nel momento che ha realizzato la vendita, ma qui subentrano i banner pubblicitari che incessantemente invadono chiunque detiene uno strumento informatico, cioè tutti. La privacy viene intaccata anche dopo tantissimo tempo, ad esempio dopo otto anni che ho dismesso una mia piccola azienda privata, mi affiorano banner pubblicitari del social LinkedIn con proposte di farmi conoscere delle ditte utili per la mia attività. Quindi, a questo punto per poter stare tranquillo non mi resta che buttare il telefono con tutta la SIM, tanto è come se non fosse mio. Ha ragione Angel ad invitarci a non dare i nostri dati sensibili in quanto il rischio non è solo quello di essere disturbarti in continuazione, ma qualcuno ci potrebbe "far guastare gli oggetti tecnologici dentro casa nostra". Le informazioni non finiscono mai, grazie sempre.

  • Milly
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    16:33 17/05/24

    Riflettendo negli anni passati a oggi come le nanothec comunicano in i nostri telefoni/ computer è incominciato in sordina crescendo a dismisura , oggi non serve nemmeno più parlarne ma basta il semplice pensiero. Lo scopo del governo era proprio quello che le persone si abituassero pian piano finché tutto fosse riconosciuto come normale, purtroppo sono riusciti con la maggior parte delle persone, così il lusso della privacy non esiste più. Si dovrebbe evitare il più possibile di fornire i propri dati ,anche se non si risolve molto è già un passo avanti . Non posso neanche immaginare di farmi inserire un chip sottocutaneo, spero che tutte le persone si sveglino in tempo prima che sia tardi per uno scempio del genere

  • Lava
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    08:14 17/05/24

    Ci metti sempre all'avanguardia e ti ringrazio, grazie ai tuoi documenti sto comprendendo tantissimo, perché prendiamo molto scontato ma rifornendo un informazione e poi un'altra e così avanti loro possiedono tantissime informazioni su di noi, sanno tutto e di più anche nel minimo dettaglio anche cose che pensiamo siano inutili e invece a loro servono!! Come hai scritto alla fine, loro vogliono arrivare al punto di farci mettere un chip sottocutaneo (come se non ne abbiamo già migliaia dentro di noi) e tramite quello potremmo fare tutto o detto meglio fare solo quello che vogliono loro sparendo così veramente tutto di noi!! Osservando i giovani d'oggi pagano tutto con la carta anche solo un caffe!! Mi è rimasto molto a cuore quando hai scritto che eviti di dare troppe informazione proprio per evitare che le persone approfittano di te, non posso immaginare quante persone pretendono da te di tutto e di più senza il minimo rispetto!!

  • France
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    23:17 16/05/24

    Ormai è evidente davvero a chiunque che tramite internet e il cellulare ascoltano e ci mandano le pubblicità di ciò di cui abbiamo parlato e pensato. Il fatto che sia così facile risalire ai nostri dati ci fa quasi accettare il fatto di fornirli nuovamente e più volte, però comprendo l'importanza di tenerli sempre stretti il più possibile quando si può scegliere. Grazie per averci raccontato questo aneddoto che la dice lunga su ciò che possono fare in modo semplicissimo.

  • Francis
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    15:31 16/05/24

    Questo fatto della connessione internet mi e' accaduta allo stesso modo . Nel mio caso non sono risalita e quindi non ho potuto scoprire questo blocco. Pero' ho fatto vari tentativi con l' operatore per scoprire come mai loro vedessero tutto funzionante e invece la connessione non andava. A quel punto loro hanno tirato fuori la scusa che il modem era rotto , pur accendendosi e dando il segnale, e poi mi hanno venduto un modem che costava il doppio. Lo stesso la connessione ogni tanto non andava per giorni. Al che ho preso le ricaricabili perche' non era il massimo continuare cosi'. Naturalmente i costi iniziali dell' offerta sono lievitati nel tempo e quindi non era piu' conveniente. Ma questo mi accadde gia' con cellulare i primi tempi. Alcune compagnie davano dei pacchetti convenienti, ma scaricavo tutto il pacchetto internet gia i primi giorni della ricarica. Cosi smisi di usare internet soprattutro per i video per vedere che accadeva, ma la cosa non cambiava e dovevo cambiare gestore. Potrebbe sembrare che magari usi internet senza accorgermi, ma mi accadde di mettermi a paragone con un' amica a cui avanzava un sacco di credito per tutto, e invece a me con qualche telefonata si scaricava in pochi giorni. Questa cosa mi metteva addosso una rabbia assurda , soprattutto per il tempo speso a chiamare operatori , cercare i numeri e altro. Visto che abbiamo le cose digitali dovrebbero essere dei tempi dimezzati invece l' intento e' di mettere una montagna di difficolta' affinche' le persone spendano tutti i soldi che hanno per seguire i servizi di questi idioti. Ma soprattutto impazziscano dietro delle attivita' da malati mentali , nel mentre che magari dovrebbero portare avanti la loro attivita' lavorativa e si trovino a necessitare del digitale. Tra l' altro una persona mi aveva proposto un lavoro per il comune in cui , su appuntamenti fissati dovevo andare nelle case private e chiedere dei dati per un censimento. Questo riguardava le abitudini e le esigenze degli abitanti , al fine di migliorare l' efficienza dei servizi. La cosa anziche' sembrarmi paradossale e comica mi diede molto fastidio. Intanto il lavoro si svolgeva solo al mattino con una paga discreta , ma rifiutai . Non solo non trovo corretto entrare in casa per estorcere dati personali ma , le carenze dei servizi loro le conoscono benissimo e di certo nel tempo non hanno fatto altro che il nulla, e i loro dati finiscono proprio al ministero. Altre cose strane sono accadute con i dati sanitari di cui ti fanno credere tu abbia una privacy. Grazie della spiegazione ! 🤗